domenica, Novembre 17, 2024
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Libia: violenze, torture e disumanità. La denuncia di MSF

Libia: MSF chiede la fine della detenzione arbitraria di rifugiati, richiedenti asilo e migranti.

Medici Senza Frontiere (MSF) chiede che venga posta fine alla detenzione arbitraria di rifugiati, richiedenti asilo e migranti in Libia. Da oltre un anno l’organizzazione umanitaria internazionale presta assistenza medica a persone che si trovano nei centri di detenzione a Tripoli, in condizioni che non sono né umane né dignitose.
“I detenuti sono spogliati di qualsiasi dignità umana, soffrono di malattie e non hanno accesso a cure mediche”, afferma il dottor Sibylle Sang, responsabile medico di Medici Senza Frontiere. “Vediamo quotidianamente i danni e le inutili sofferenze provocati dalla detenzione. C’è così tanto da fare per alleviare il loro dolore.”
Le équipe di MSF trattano più di mille detenuti al mese per infezioni del tratto respiratorio, diarrea acquosa acuta, malattie cutanee e infezioni delle vie urinarie. Si tratta di problemi medici causati o aggravati dalle condizioni di vita all’interno dei centri di detenzione. Molti centri sono gravemente sovraffollati: lo spazio a disposizione per ogni detenuto è talmente limitato che le persone non possono stendersi per dormire la notte, manca aria e ventilazione. La scarsità di cibo ha portato a casi di malnutrizione anche tra gli adulti, tra cui alcune persone che necessitano un ricovero d’urgenza.
Senza uno stato di diritto in Libia, il sistema di detenzione causa sofferenza e sfruttamento, non è regolamentato in alcun modo, e c’è un’inquietante assenza di vigilanza e di responsabilità. Le salvaguardie legali e procedurali di base per impedire la tortura e il maltrattamento non sono rispettate. Non esiste nessun sistema di registrazione o documentazione, e una volta che le persone entrano nei centri di detenzione non vi è modo di capire che cosa accade loro. Un attento monitoraggio dei pazienti detenuti è estremamente difficile perché questi possono essere trasferiti da un giorno all’altro in altri centri di detenzione o in luoghi sconosciuti, scomparendo senza lasciare traccia. L’assistenza medica che MSF è in grado di fornire in questi contesti è quindi gravemente limitata.
L’accesso ai centri di detenzione è ridotto quando sono in corso a Tripoli scontri tra le milizie pesantemente armate. La gestione dei centri di detenzione può cambiare durante la notte, e ciò comporta riavviare da zero i negoziati per accedere ai pazienti che sono detenuti all’interno. Vi sono molte strutture che rimangono inaccessibili per i team di MSF a causa della violenza e dell’insicurezza.
L’aumento di finanziamenti non è la risposta per alleviare le sofferenze vissute dalle persone rinchiuse nei centri di detenzione. Una scarsa attenzione al miglioramento delle condizioni di detenzione in Libia che non tenga conto della realtà del paese, rischia di legittimare e perpetrare un sistema in cui le persone sono detenute arbitrariamente senza protezione legale, esposte a violenze e sfruttamento.
Medici Senza Frontiere chiede la fine della detenzione arbitraria per rifugiati, richiedenti asilo e migranti il Libia.

MSF in Libia
Nell’ultimo anno Medici Senza Frontiere ha fornito primo soccorso e assistenza medica di base ai rifugiati, richiedenti asilo e migranti detenuti a Tripoli. Quando le condizioni di sicurezza lo permettono, i team medici di MSF visitano settimanalmente 7 centri di detenzione sotto il controllo del Ministero dell’Interno. Dall’inizio delle attività a giugno 2016, i team medici hanno visitato un totale di 16 centri, anche se molte altre strutture rimangono ad oggi inaccessibili ai team MSF a causa del contesto di forte violenza e insicurezza.
A Misurata MSF fornisce assistenza medica ai rifugiati e migranti detenuti in 4 centri di detenzione. Ogni mese i team medici effettuano circa 100 consultazioni e segnalano alle strutture mediche secondarie e terziarie decine di pazienti detenuti e bisognosi di cure. MSF ha aperto di recente delle cliniche mobili a Misurata e più a sud per fornire assistenza medica e umanitaria ai migranti e rifugiati che non si trovano in centri di detenzione ufficiali.
MSF è presente in Libia dal 2011 con progetti di supporto al sistema sanitario nazionale, che ha subito un grave impatto a causa della prolungata guerra e violenza, e dalla conseguente recessione economica. Inoltre, MSF continua a supportare con donazioni le strutture pubbliche, le quali sono costantemente in mancanza di medicine e personale medico. Al fine di rispondere ai bisogni medici delle comunità colpite dal conflitto, MSF fornisce cure pediatriche, ginecologiche e mentali nella zona di Bengasi.

Coordinamento

Solidarietà e Cooperazione CIPSI è un coordinamento nazionale, nato nel 1985, che associa organizzazioni non governative di sviluppo (ONGs) ed associazioni che operano nel settore della solidarietà e della cooperazione internazionale. Solidarietà e Cooperazione CIPSI è nato con la finalità di coordinare e promuovere, in totale indipendenza da qualsiasi schieramento politico e confessionale, Campagne nazionali di sensibilizzazione, iniziative di solidarietà e progetti basati su un approccio di partenariato. opera come strumento di coordinamento politico culturale e progettuale, con l’obiettivo di promuovere una nuova cultura della solidarietà.