Soppressione delle prime classi della Scuola Italiana di Asmara

La scuola Italiana di Asmara inizierà il nuovo anno scolastico senza le prime classi. Gli allievi delle elementari non potranno più andare alle medie e alle superiori.

Barbera – Solidarietà e Cooperazione CIPSI – in una lettera al Ministero degli Affari Esteri, denuncia la soppressione delle prime classi della Scuola Italiana di Asmara: è un violazione del diritto all’educazione ed un atto di discriminazione.

Roma, 11 luglio 2012 – Il Ministero degli Affari esteri ha comunicato lo scorso 5 luglio la soppressione immediata delle prime classi della Scuola Italiana di Asmara a partire dal prossimo anno scolastico 2012-2013. In una lettera al Ministro degli Affari Esteri e al Ministro della Cooperazione, il Presidente di Solidarietà e Cooperazione CIPSI si unisce alla richiesta dei genitori degli oltri 1000 studenti che frequentano la scuola per chiederne l’immediata sospensione della decisione. Tale decisione, afferma il presidente del CIPSI Barbera, non rappresenta semplicemente l’avvio di fatto della chiusura della scuola, ma è una vera e propria violazione del diritto all’educazione per gli studenti che la frequentano regolarmente ed inoltre è un atto discriminatorio tra i bambini italiani, quelli eritrei e di altre nazionalità che potrebbe portare anche a momenti di tensione nelle relazioni locali. Per i soli bambini italiani, rimarrebbe infatti aperta una possibilità. La chiusura delle prime classi, sottolinea Barbera, comporta di fatto l’impossibilità degli studenti ad accedere alla scuola superiore. Uno studente che completerà le elementari, non potrà più frequentare la scuola media e così lo studente che completerà la scuola media non potrà andare a nessuna scuola superiore. La decisione, sembra dovuta ad una richiesta sindacale di garanzia dei contratti degli insegnanti per 9 anni, mentre il governo locale, dopo un’autorizzazione di due anni, sarebbe stato disponibile a riconoscerne in via eccezionale cinque, non sufficienti però ad accontentare le richieste iniziali. Riteniamo la mediazione raggiunta con le autorità locali per i contratti degli insegnanti, una grande apertura, afferma Barbera,  che dovrebbe essere sufficiente ad evitare la privazione del diritto all’educazione degli studenti. Da oltre 40anni le associazioni del nostro coordinamento sono presenti in Eritrea a fianco dei bambini e della popolazione locale, conclude Barbera. Hanno vissuto ogni sfaccettatura della storia e della vita quotidiana di questi decenni, senza mai abbandonare il loro posto, la popolazione locale e in particolare i bambini, neppure nei momenti estremamente difficili o di fronte alle difficoltà crescenti nelle relazioni con le autorità locali. Con forza chiediamo al nostro Governo di non tagliare la speranza dei giovani e di garantire loro il diritto allo studio.

Cipsi

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