Vertice sul clima a Cancun
Cambiamenti climatici
Barbera: “Anche questo vertice rischia di essere l’ennesimo fallimento. Aderiamo alla Campagna delle Ong internazionali ‘Fuori la Banca mondiale dalla finanza per il clima’, non c’è opiù tempo! Appello alla responsabilità di capi di Stato e governi.
Roma, 9 dicembre 2010 – Si sta concludendo a Cancun il vertice sul clima, che ha affrontato alcuni punti fondamentali per la sopravvivenza delle persone sulla Terra: i cambiamenti climatici, l’inquinamento, le riduzioni delle emissioni di gas serra, l’agricoltura intensiva nemica del clima e dei poveri, … Il presidente del Cipsi Guido Barbera, a nome delle 48 associazioni che costituiscono Solidarietà e Cooperazione – CIPSI, Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale, ha dichiarato con preoccupazione: “Anche questo vertice, come quello di Copenaghen dello scorso anno, rischia il fallimento. Senza i piani di riduzione delle emissioni, e senza riferimenti specifici agli obiettivi dell’UNEP di riduzione delle emissioni di 5 miliardi di tonnellate entro il 2020, il vertice climatico dell’Onu di Cancun rischia di concludersi con un nulla di fatto. Ormai da più di una settimana i media internazionali ci preannunciano un risultato di basso profilo, per lo più centrato su misure concrete verso i paesi maggiormente vulnerabili al cambio climatico, riponendo ogni aspettativa per un accordo vincolate sulle riduzioni di emissioni e la stabilizzazione della temperatura globale al 2011 quando i governi si riuniranno a Durban, in Sudafrica. Inoltre Solidarietà e Cooperazione Cipsi aderisce alla campagna delle ong internazionali ‘Fuori la Banca Mondiale dalla Finanza per il Clima’, con la quale le Ong internazionali lanciano la campagna per chiedere che ai banchieri di Washington non siano affidati i fondi climatici. In particolare la Banca mondiale da decenni impone pesanti condizionalità ai prestiti concessi ai Paesi del Sud del mondo, è dominata dagli interessi delle nazioni più ricche e delle loro multinazionali e continua a finanziare in maniera spropositata lo sfruttamento dei combustibili fossili. E ancora: ad oggi dei 30 miliardi di dollari annunciati a Copenhagen per il periodo 2010-2012 solo 3 sono stati effettivamente stanziati per programmi di adattamento, e circa 5 per la protezione delle foreste. Rivolgiamo un appello alla responsabilità dei 192 capi di stato, dei governanti, delle delegazioni presenti al vertice, affinché – almeno in questa occasione – sappiano guardare alla vita e alle persone, non agli interessi economici e di potere. Il riscaldamento globale produce conseguenze gravissime per la vita delle persone sul Pianeta Terra: scioglimento dei ghiacciai, aumento del livello dei mari, diminuzione dell’acqua dolce, inondazioni e siccità, fame, migrazioni, miseria, violazione dei diritti delle popolazioni indigene … Se vogliamo garantire la vita dei nostri figli, servono impegni precisi a livello mondiale, non le solite promesse della politica con dichiarazioni di buona volontà! Basta alle promesse e rinvii per il futuro. Non c’è più tempo! Chiediamo che si giunga ad un trattato con “obblighi” di tagliare l’emissione dei gas serra inquinanti, impegni concreti, verificabili di anno in anno – e non nel 2050!-, per la tutela dei beni comuni dell’umanità. Chiediamo che l’acqua sia riconosciuto come diritto e come tale tutelato e garantito. Chiediamo una commissione universale delle Nazioni Unite che annualmente relazioni al mondo intero sullo stato dell’ecosistema, su quanto viene fatto o non viene fatto, con severe sanzioni internazionali per tutti coloro che non mantengono gli impegni necessari ad una svolta radicale nella tutela dell’ecosistema mondiale. Nessun interesse, di nessun stato e di nessuna azienda, può essere più grande della tutela della vita e del futuro dell’intera umanità”.
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