Manovra economica e decreto Missioni
Roma, 18 luglio 2011 – “L’Italia è un paese in difficoltà! Nessuno lo può più nascondere, neppure il nostro governo. In una famiglia, in queste situazioni, un buon padre distribuisce i sacrifici equamente tra tutti i suoi componenti sulla base delle forze, delle possibilità e delle capacità di ognuno. Questo era ed è normalmente ancora oggi inteso come: “Il buon senso, del padre di famiglia”. Nel nostro Paese invece, il buon senso del governo è piuttosto quello di tagliare i servizi (per i deboli) per preservare la ricchezza di pochi. Questo è il buon senso della politica economica italiana” – commenta Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione Cipsi, coordinamento di 45 associazioni di cooperazione e solidarietà internazionale. La politica italiana, continua Barbera, continua a stringere il cappio al collo ai cittadini, ai lavoratori e al terzo settore in generale, azzerrando progressivamente ogni forma di prevenzione e sostegno sociale a livello nazionale ed internazionale. L’Italia, è il paese dove il governo intende “il buon senso del padre di famiglia” solo per rassicurare i cittadini che tutto va bene, e regalare continue sorprese amare all’improvviso, senza nessun tipo di dialogo e consultazioni delle parti interessate! Ma dove è finita la politica che rispondeva ai problemi dei cittadini?
Il Ministro dell’economia più volte ha ripetuto, anche di recente, che bisogna puntare sul volontariato, vero ed autentico punto di forza. Nel frattempo però si è cercato di abolire e poi si è fissato un tetto al 5 per Mille, si sono tagliati drasticamente i fondi per la Cooperazione allo Sviluppo, sono state aumentate del 500% le Tariffe postali agevolate, principale strumento per la diffusione delle informazioni, per la sensibilizzazione e per la raccolta fondi delle organizzazioni della società civile. Ed ora, nel cilindro magico del Decreto Missioni, è spuntata la ciliegina dell’abolizione/sostituzione degli art., 32-33-34 che trattano dell’impiego dei cooperanti e volontari. Alla luce di tale decreto, i primi contratti di volontari sono già stati rifiutati dalla Direzione Generale della cooperazione allo sviluppo, denuncia Barbera.
Il presidente del Consiglio più volte si è impegnato a sotenere la cooperazione, ad aumentare la risorse per aiutare gli immigrati a casa loro prima che partino, a sostenere lo sviluppo agricolo dell’Africa, a contrastare le grandi endemie, AIDS, malaria, tubercolosi… Al vertice italiano del G8 dell’Aquila del 2009, aveva promesso di pagare i 260 milioni di euro di contributi promessi al Fondo Globale e di aggiungere 30 milioni di dollari. Ieri a Roma si è aperta la VI° Conferenza IAS su Patogenesi, Trattamento e Prevenzione dell’HIV, la più importante riunione scientifica mondiale sull’HIV/AIDS, ma l’Italia non ha ancora versato un solo euro di quelli promessi nel 2009.
Gli italiani sono un popolo che più volte hanno dimostrato di sapersi sacrificare per uscire insieme dalle difficoltà, anche le più dure, ma hanno bisogno di referenti credibili, che operino veramente per una politica dei diritti di tutti e per il bene di tutti, con il buon senso del padre di famiglia, ma quello autentico! I referendum hanno dimostrato chiaramente, che gli italiani non sono più disposti a subire i giochi e gli interessi di potere. Vogliamo essere cittadini, conclude Barbera, fino in fondo. Svegliamoci!
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