Elezioni: appello della Tavola della Pace
Il voto per il rinnovo del Parlamento si avvicina ma le questioni internazionali e le azioni concrete
necessarie ad assicurare “tutti i diritti umani per tutti” a livello nazionale e internazionale restano
marginali o del tutto assenti dalla campagna elettorale. Un limite che favorisce la
delegittimazione della Politica in quanto tale.
Noi abbiamo bisogno, invece, di una Politica autorevole ed in grado di legittimarsi, pulita,
trasparente, impegnata per il mondo e per le persone che ne fanno parte, fondata sui principi e sui
valori della solidarietà, della democrazia partecipativa.
Se vogliamo la pace, dobbiamo rovesciare le priorità della cattiva politica e dell’economia
speculativa. Rimettiamo al centro le persone e i popoli con la loro dignità, responsabilità e diritti.
Per questo abbiamo deciso di diffondere questo appello, rivolto tanto alla cittadinanza che andrà a
votare, quanto ai futuri parlamentari e alle loro liste, affinché si esprimano con chiarezza sulla
politica estera e sugli impegni che intendono prendere nella prossima legislatura.
Proponiamo, quindi, una serie di questioni che, a nostro avviso, dovranno avere la priorità nei
lavori della prossima Legislatura:
Fermare l’acquisto degli F35 e dei due sommergibili U212, ridiscutere e cambiare la legge
Di Paola di riforma delle Forze Armate, che permetterebbe al ministero della Difesa di
decidere e spendere fuori dal controllo parlamentare;
Riconsiderare le missioni militari italiane nei vari scenari di guerra, investendo, invece, nella
cooperazione civile per non abbandonare quei paesi e sostenerne la pacificazione e la
crescita democratica, invertendo la rotta, a partire dall’Afghanistan e dall’ultima crisi del
Mali;
Togliere dalla marginalità della nostra politica estera la cooperazione internazionale,
ridiscutendone il ruolo e dotandola di risorse e di strumenti adeguati, affrontando finalmente
una radicale riforma, dell’intero sistema in un ambito europeo, con la partecipazione di tutti
gli attori;
Impegnarsi in tutte le sedi istituzionali per una definizione della questione medio-orientale,
nel rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, a partire a
partire dal blocco delle colonie e dal riconoscimento dello Stato di Palestina per arrivare ad
una soluzione della questione Palestina-Israele , al Sahara Occidentale, alla questione Kurda,
alla guerra civile in Siria, senza più aggressioni militari e disinnescando il pericolo di una
devastante guerra regionale con l’Iran. Agire in modo che l’Italia assuma il ruolo di nazione
schierata per la pace, per la sicurezza e per lo sviluppo sostenibile nella regione;
Sostenere una politica estera, dentro un quadro europeo, volta a rilanciare il ruolo e la
riforma delle Nazioni Unite e a chiarire il ruolo della Nato e dei paesi membri sullo scenario
internazionale;
Ridefinire la politica dell’Italia e dell’Unione Europea nell’area mediterranea, che trasformi
quest’area di grandi crisi e tensioni in un mare di pace e benessere per tutti;
Impegnarsi per una profonda riforma dell’Unione Europea, orientata alla costruzione degli
Stati Uniti d’Europa, per uscire dalla crisi del sistema offrendo un futuro sostenibile, di pace
e di diritti alle future generazioni;
Approvare una legge sulla cittadinanza che abbia al suo centro il principio della residenza e
il diritto di elettorato attivo e passivo ai cittadini di paesi terzi nelle elezioni locali;
Adottare norme per i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo, tenendo in particolare conto il
rispetto dei diritti dei minori non ancora italiani;
Difendere i beni comuni e il pianeta. Affermare la questione ambientale a partire dal
recupero e dalla salvaguardia del territorio, contrastare i traffici illeciti di rifiuti e garantire
la legalità e l’equità nelle filiere alimentari, ambientali ed energetiche, aumentando
l’efficacia dei controlli con un’adeguata tutela penale dell’ambiente;
Rilanciare il negoziato internazionale per ridurre le emissioni, fissando l’obiettivo del 100%
rinnovabili e procedendo alla chiusura progressiva delle centrali alimentate con combustibili
fossili. Rinunciare al piano di sviluppo delle trivellazioni petrolifere in mare e definire una
roadmap per la decarbonizzazione che sostenga la green economy;
Disarmare la finanza e costruire un’economia di giustizia, che consideri il rispetto dei “diritti
umani” clausola indispensabile per qualsiasi operazione economica, così come sancito dal
Trattato di Lisbona;
Tassare le transazioni finanziarie, proporre una legge contro la corruzione, contrastare con
fermezza l’evasione fiscale, garantire trasparenza e buona amministrazione, ridistribuire la
ricchezza per ridurre le disuguaglianze sociali;
Promuovere il diritto a un’informazione libera e pluralista, che metta al centro la vita delle
persone e dei popoli, come condizione indispensabile per la libertà e la democrazia, e
riconoscere il diritto a informare ed essere informati come bene comune irrinunciabile;
Queste priorità devono essere portate avanti da tutti, dentro e fuori il Parlamento. Per realizzarle
abbiamo bisogno di agire insieme con una strategia comune e la consapevolezza di avere un
obiettivo comune. E’ necessario, quindi, che i Parlamentari che saranno eletti il 24 e 25 febbraio, si
facciano carico di promuovere spazi di dialogo istituzionalizzati per la società civile e i cittadini, in
particolare sulle questioni di politica estera e di difesa. Rafforzare la società civile responsabile e
promuovere la democrazia partecipativa è, infatti, uno dei modi più concreti per superare la crisi
della politica, della democrazia e delle istituzioni.
La Tavola della Pace