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Acqua: per una presa di parola dal basso e dentro la società

– 15 marzo 2013 – Nel pieno di una profonda crisi economica e sociale, le recenti elezioni politiche ci consegnano un quadro di forte sommovimento, instabilità e relativa incertezza.
Un elemento tuttavia emerge con nitida chiarezza: il popolo italiano ha pesantemente bocciato il Governo Monti e le politiche di austerità che, durante un anno di governo “tecnico”, hanno terremotato socialmente il Paese, peraltro senza ottenere neppure l’obiettivo dichiarato di ridurre il debito pubblico. Così come si evidenzia una domanda forte di rinnovamento della democrazia e delle sue forme, in un quadro di pressoché totale assenza di riflessione sulla crisi della rappresentanza e sul venire avanti di nuove forme partecipative espresse dalle molte vertenze da tempo aperte nel Paese, nel mondo del lavoro e nelle conflittualità territoriali per la riappropriazione sociale dei beni comuni.
La sconfitta della coalizione di centrodestra, ma anche di quella di centrosinistra, nonché l’irruzione nel quadro istituzionale del Movimento 5 Stelle, ci consegnano un quadro complesso, gravido di possibili involuzioni ma anche di nuove potenzialità.

In questa situazione, l’atteggiamento peggiore che i movimenti attivi nel paese possono assumere è quello di stare alla finestra ed attendere il succedersi degli eventi.

Sia perché gli eventi continuano ad operare e i vincoli monetaristi europei – Fiscal Compact e pareggio di bilancio/Patto di Stabilità e Crescita 2012-2014 – approvati dal precedente Parlamento, sono attivi e renderanno perpetue le politiche di austerità.
Sia perché sarebbe sbagliato pensare che l’unico campo di gioco sia quello istituzionale, con tutti i rischi di ripiegamento politicista che ciò comporterebbe.

Serve invece uno scatto della società e una forte presa di parola da parte di tutti i movimenti che, dentro i territori e a livello nazionale, da sempre rivendicano un’altra uscita dalla crisi, a partire dalla riappropriazione dell’acqua, dei beni comuni e della ricchezza sociale per costruire un altro modello produttivo, ecologicamente e socialmente orientato. In questo senso, a nostro avviso, diviene urgente promuovere una nuova cultura dei beni comuni soprattutto a partire dalle nuove generazioni.

E’ sulla base di questa impellente necessità che il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua intende avviare una forte iniziativa sociale e di interlocuzione con la politica affinché il voto referendario espresso dalla maggioranza assoluta del popolo italiano sia democraticamente rispettato e compiutamente realizzato.

In questo senso, riteniamo che le prime azioni che il nuovo Parlamento dovrà compiere siano:
l’immediata ripresentazione ed approvazione della legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua e del servizio idrico integrato, presentata nel 2007 con oltre 400.000 firme, ed oggi legittimata dal voto referendario di oltre 27 milioni di cittadini;
l’immediata censura del nuovo metodo tariffario e della stessa Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, in quanto l’azione dell’Authority e conseguentemente il provvedimento adottato si pongono in diretto contrasto con l’esito referendario, per cui chiediamo l’immediato ritiro della delibera e delle competenze attribuite all’Autorità stessa;
la ridiscussione del ruolo di Cassa Depositi e Prestiti, da restituire all’originaria funzione pubblica, affinché metta a disposizione le risorse per l’effettiva realizzazione del processo di ripubblicizzazione dell’acqua e del servizio idrico integrato;
non dare corso ad alcun tentativo di assoggettamento al patto di stabilità delle aziende speciali e “in house” e porre in essere un provvedimento volto all’esclusione dal patto di stabilità di tutti gli investimenti finalizzati alla realizzazione dei servizi essenziali alla comunità e riconducibili alle categorie dei beni comuni e del welfare locale;
Come Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua intendiamo a brevissimo attivare un percorso di relazione tra tutti i movimenti e le autonomie sociali attive sui beni comuni, precarietà, diritti e lavoro al fine di produrre su alcuni obiettivi condivisi un percorso collettivo, capace di dare un segnale forte dentro la società e indicazioni precise su quali siano le direzioni che l’intero quadro istituzionale deve intraprendere.
Così come intendiamo interloquire con le forze politiche, a partire da quelle che hanno sostenuto i Sì ai referendum, su tali indicazioni.

Perché se è grande il disordine sotto il cielo, una forte iniziativa dei movimenti dal basso diventa necessaria per attraversarlo e segnare un punto netto di avanzamento sociale per la riappropriazione dei beni comuni.

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Ufficio stampa

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