Grazie, Don Andrea!
Don Andrea Gallo si è spento a 84 anni a Genova, nella sua Comunità di San Benedetto al Porto. Sempre con i movimenti e in rotta con le gerarchie, ha anticipato la svolta di Papa Francesco.
Solidarietà e Cooperazione Cipsi: “Salutiamo un amico e un punto di riferimento. Don Andrea Gallo ha rappresentato – nella sua vita lunga e generosa – la Chiesa nella quale ci riconosciamo. La Chiesa che non dimentica la dottrina, ma non permette che diventi più importante dell’attenzione per gli ultimi, per i dimenticati. Andrea lo ricorderemo così: come una persona che ha dato un nome a chi non lo aveva o se lo era visto negare. La sua opera di educatore, dai tempi della Garaventa – la nave che ospitava i “figli” fragili di Genova – all’apertura delle prime comunità negli anni Settanta, all’esperienza nel Cnca, il coordinamento nazionale che si riconosceva nel principio dell'”educare, non punire”, altro non è stata che un tenace, quotidiano impegno per riconoscere la dignità e la libertà della persona, una libertà su cui bisognava sempre scommettere e alla quale non bisognava mai stancarsi di dare opportunità. Ma il suo dare un nome alle persone è sempre andato di pari passo con un dare un nome alle cose. Andrea non è mai stato reticente, diplomatico, calcolatore. Non ha mai mancato di denunciare che la povertà e l’emarginazione non sono fatalità, ma il prodotto di ingiustizie, di precise scelte politiche ed economiche. Ha sempre inteso saldare il Cielo e la Terra, la sfera spirituale con l’impegno civile, il messaggio del Vangelo con gli articoli della Costituzione. Le sue parole pungenti, a volte sferzanti, nascevano sempre da un grande amore per la vita, da un grande desiderio di quella verità che sta dalla parte della vita, delle persone. Per questo è stato un sacerdote scomodo. Scomodo per quella politica che non serve la comunità ma interessi e poteri consolidati. Scomodo per quella Chiesa che viene a patti con quei poteri, scegliendo di non interferire, di non portare, insieme alla carità e alla solidarietà, la sveglia delle coscienze di cui non c’è simbolo più esplicito del passaggio di Gesù su questa Terra. Mancherà tanto, a tutti noi, Andrea. Mancheranno la sua simpatia, il suo entusiasmo, la sua passione. Mancheranno l’orizzonte di giustizia e di libertà che rende vive le vite delle persone.
Buona grandi vacanze, don Andrea!”.
Eugenio Melandri: “Don Andrea è partito. Non so in questo momento esprimere con le parole tutto ciò che mi attraversa la mente e il magone che mi porto dentro. Voglio solo ricordarlo come un uomo e un prete libero, di quella libertà che nasce dalla verità. E’ stato un prete di parte, perchè si è messo sempre accanto a quelli che stanno più in basso. Senza mai cedere, neanche di fronte alle ostilità e alle incomprensioni. Ha creduto in una chiesa inclusiva e accogliente.
Don Andrea, quanto avrei voluto essere con te in questo viaggio per contemplare la grande festa che ti hanno fatto e ti stanno facendo tutti i rifiuti di questa nostra società che tu hai sempre accolto ed amato. E’ festa oggi, ne sono sicuro, nel paradiso della libertà. Li hai trovati tutti ad accoglierti in quel Regno dei cieli dove saremo preceduti “dai pubblicani e dalle prostitute”. Grazie”.