domenica, Dicembre 22, 2024
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È ora di abolire il reato di clandestinità

Firmiamo la petizione su famigliacristiana.it -

Cari amici,
la decisione di Famiglia Cristiana e del suo direttore, don Antonio Sciortino, di lanciare una campagna per l'abolizione del reato di clandestinità è una decisione coraggiosa che merita tutto il tuo e nostro sostegno operoso. Solidarietà e Cooperazione Cipsi e la rivista Solidarietà internazionale hanno aderito e firmato la petizione.
Non è un appello generico. E' una campagna civile, oltre che cristiana, che mira ad un obiettivo concreto: abolire il reato di clandestinità. Un reato crudele, scrive don Antonio Sciortino nell'appello che allego. Un reato istituito per raccogliere voti, che serve solo a scopi strumentali e demagogici. Anche se la strumentalizzazione va a incidere sulla carne degli uomini.
La campagna di Famiglia Cristiana deve diventare la campagna di tutte le donne e gli uomini che vogliono far vivere i valori iscritti nella nostra Costituzione e nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Per questo vi invito a firmare la petizione sul sito famigliacristiana.it e ad attivare la raccolta di firme tra i vostri aderenti e sul vostro territorio.
Per avere successo, per raggiungere questo obiettivo, è bene sottolinearlo, abbiamo bisogno di essere davvero in tanti.

LA PETIZIONE DI FAMIGLIA CRISTIANA
È ora di abolire il reato di clandestinità
Le parole e i gesti di papa Francesco a Lampedusa sono stati inequivocabili.
Parlando da quel lembo di terra che unisce l’Africa all’Europa, piangendo su
quelle vittime innocenti seppellite sotto il mare, il Papa ci ha riportati dentro la
storia. Ci ha detto delle lacrime necessarie a essere uomini. Ci ha indicato la
prospettiva giusta per comprendere una condizione, quella dei migranti, che
non è un’emergenza ma la “normalità”. Com’è avvenuto per generazioni di
italiani partiti per “la fine del mondo” in cerca di fortuna. Tra i quali vi erano
anche i genitori dell’attuale Papa. E come continua ad accadere ai nostri giorni.
Tra le tante conseguenze della visita del Pontefice nell’isola siciliana c’è stata
quella di mettere a nudo l’assurdità di una legge, quella che prevede il reato di
clandestinità, fatta «sulla pelle delle persone», come ha detto il ministro
dell’Integrazione Cécile Kyenge.
Il reato di clandestinità è un reato crudele, che trasforma una condizione, quella
di clandestino, in uno “stigma” e che solo il nostro buon cuore di “italiani brava
gente” ha impedito che facesse ancora più danni di quelli che poteva fare. E che
soprattutto non serve a nulla sul piano della pretesa sicurezza.
Sul tema dei diritti civili forse è venuto il momento che l’Italia si scrolli di dosso
un bel po’ di polvere di ipocrisia e populismo, senza divagare sui “se” e sui
“ma”: è disumano mettere in galera un migrante senza dargli la possibilità di
dimostrare che ha diritto all’asilo umanitario o allo status di rifugiato.
È questo il senso della campagna di Famiglia Cristiana per abolire il reato di
clandestinità. Un reato che porta a drammatiche e crudeli conseguenze, come
per esempio il divieto di curare nei pronto soccorso i clandestini, con l’obbligo
per i medici di denunciarli.
Ma al di là delle motivazioni umane, ci sono anche motivi razionali per abolire
quest’assurda legge. Il reato di clandestinità non serve per contenere
l’immigrazione illegale. Chi pensa a un Paese invaso dagli stranieri in caso di
cancellazione del reato fa demagogia o non conosce le norme che regolano
l’immigrazione in Italia. Senza dire poi che se il reato fosse stato in vigore
altrove, milioni di nostri antenati sarebbero stati in prigione in Argentina,
Brasile e nei molti altri Paesi dov’erano emigrati.
Il nostro tempo è il tempo dell’integrazione, della solidarietà, dell’aiuto
reciproco, del “meticciato” che ci rende più liberi e forti. Qualcosa da inserire in
una prospettiva che dall’ottica della difesa dei confini passi a quella della
dignità della persona.
Don Antonio Sciortino
Direttore di Famiglia Cristiana

5 ragioni
per abolire il reato di clandestinità
Dobbiamo abolire il reato di clandestinità perché:
1. non serve per contenere l'immigrazione illegale;
2. anche senza il reato, ci sono regole precise (fermo, detenzione nei Cie,
identificazione ed espulsione immediata) per trattare gli immigrati
irregolari;
3. il reato di clandestinità ha aggravato la già grave situazione delle carceri
italiane;
4. è disumano mettere in galera un migrante senza dargli la possibilità di
dimostrare che ha diritto all'asilo umanitario o allo status di rifugiato;
5. se il reato fosse stato in vigore altrove, milioni di nostri antenati
sarebbero stati in prigione in Usa, Argentina, Brasile e nei molti altri
Paesi dov'erano emigrati.

Ufficio stampa

Solidarietà e Cooperazione CIPSI è un coordinamento nazionale, nato nel 1985, che associa oltre 40 organizzazioni non governative di sviluppo (ONGs) ed associazioni che operano nel settore della solidarietà e della cooperazione internazionale. Solidarietà e Cooperazione CIPSI è nato con la finalità di coordinare e promuovere, in totale indipendenza da qualsiasi schieramento politico e confessionale, Campagne nazionali di sensibilizzazione, iniziative di solidarietà e progetti basati su un approccio di partenariato. opera come strumento di coordinamento politico culturale e progettuale, con l’obiettivo di promuovere una nuova cultura della solidarietà.

2 pensieri riguardo “È ora di abolire il reato di clandestinità

  • Guido Donini

    Firmo codesta petizione con tutto il cuore

  • rosalinda pezzato

    mi stupiscono i pochi passi fatti in 2000 anni di “fratellanza nel Signore”, mi stupisce il lungo silenzio della Chiesa su questo dramma. Il Mediterraneo è ormai pieno di cadaveri. Come possiamo non vedere, non sentire, non parlarne?

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