Mettere fuorilegge la finanza predatrice
Dichiariamo Illegale la Povertà” (DIP): 2ª Conferenza. Attaccare le cause strutturali dell’impoverimento nel mondo. Togliere alle Borse la possibilità di orientare la produzione, la distribuzione e l’uso dei beni e servizi essenziali ed insostituibili per la vita, sui quali si fondano i diritti umani alla salute, all’igiene, alla casa, all’educazione.
Questa è la prima delle tre misure concrete con le quali l’Iniziativa “Dichiariamo Illegale la Povertà” (DIP) è entrata nella fase di realizzazione dei suoi obiettivi, dopo più di un anno di lavoro per definire l’intero programma, articolato in Italia in 3 campagne e 10 azioni prioritarie per il periodo 2013-2017.
Un dato è certo: non è possibile sradicare i fattori strutturali che sono all’origine ed alimentano i processi dell’impoverimento nel mondo se non si modificano le regole che hanno dato ai mercati finanziari, e alle Borse in particolare, lo strapotere di cui dispongono per decidere del divenire della vita. L’esperienza mostra che l’aver lasciato alle Borse del grano, del riso, dei semi, per non menzionare le Borse dei terreni urbani o quelle delle imprese farmaceutiche, non ha permesso un migliore uso delle risorse naturali nell’interesse della popolazione mondiale, ma ha favorito soprattutto l’arricchimento dei detentori delle azioni/obbligazioni delle imprese attive in detti campi quotate in Borsa. È noto che allorché c’è penuria di grano o di riso, e di altre derrate alimentari o elementi naturali per la salute, il valore delle azioni delle grandi imprese multinazionali aumenta considerevolmente. È uno scandalo così grande che i più non riescono a comprendere, come sia possibile che i proprietari di capitale si arricchiscano mentre impoveriscono coloro che hanno fame, che hanno sete o che devono essere curati.
Cosa proponiamo di fare? Anzitutto, in un primo tempo (novembre 2013-marzo 2014), costituire rapidamente la conoscenza cittadina collettiva redigendo i seguenti brevi dossier di documentazione su:
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“Fuori le imprese quotate in Borsa dalla campo dell’acqua potabile e per l’irrigazione”;
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“No alle imprese quotate in borsa nel settore del grano e del riso”,
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“Liberare il suolo urbano dalla finanza speculativa”.
In un secondo tempo (aprile-dicembre 2014), organizzare una duplice azione di mobilitazione popolare sui membri del Parlamento Italiano e sui cittadini stessi in favore di proposte di legge rispondenti agli obiettivi della DIP.
NON LASCIAMO IL DIVENIRE DEI DIRITTI DEI CITTADINI NELLE MANI
DELLE IMPRESE QUOTATE IN BORSA!
Comitato editoriale Banning Poverty 2018
23.10.2013
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