Chiediamo al Governo più cooperazione!

LEGGE DI STABILITÀ E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE.  Barbera (CIPSI): “Chiediamo al Presidente Letta e al Governo italiano: più coraggio nel mantenere gli impegni assunti di aumentare del 10% le risorse per la cooperazione internazionale. Più coerenza nel  rispettare le decisioni degli italiani nella destinazione del 5 per mille senza tetti, e nel ridurre le spese militari. Più fiducia nell’investire nella società civile e nei giovani per renderli sempre più protagonisti della vita del nostro Paese. È urgente che i lavori di stesura del decreto legge per la nuova cooperazione siano immediatamente aperti a un concreto e democratico confronto con tutti gli attori della società civile”.

Roma, 28 ottobre 2013 – “La stabilità sociale è la base di ogni Paese e deve essere costruita e garantita da leggi giuste ed eque al servizio dei cittadini, iniziando dalle fasce più deboli della popolazione”, ha dichiarato Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione CIPSI, Coordinamento di 40 associazioni di solidarietà e cooperazione, in riferimento ai provvedimenti del governo sulla cooperazione internazionale nella Legge di Stabilità. “In un mondo sempre più globalizzato, nell’era delle migrazioni e dei mercati, o impariamo a convivere insieme nel migliore dei modi possibili, o il futuro sarà sempre più nero per tutti! Per questo abbiamo bisogno di non solo di cooperare, ma di maggiore cooperazione internazionale”. La cooperazione non può solo “continuare ad esserci”, ma deve essere parte essenziale e cartterizzante di una nuova politica che permetta al nostro Paese di uscire dal tunnel nero, garantendo a tutti ogni diritto fondamentrale e ponendo fine a sciagure come Lampedusa, che mai troveranno soluzione nei respingimenti o nei controlli delle coste.

Per questo chiediamo al presidente Letta e al governo italiano di rivedere la legge di stabilità 2014 con: più coraggio, più coerenza, più fiducia negli italiani.

1. Più coraggio nel garantire i diritti dei cittadini: lavoro, salute, casa, educazione… e mantenere gli impegni assunti per la cooperazione internazionale. Dopo il progressivo svuotamento degli anni 2008-2012, l’Italia si era impegnata ad invertire la rotta con un incremento annuo delle risorse del 10% dal 2013 al 2015. Dei 228 milioni previsti nel 2013, attraverso gli aggiustamenti ne sono rimasti, però, solo 213 reali! Sono stati sacrificati alla crisi 15 milioni. Tutti siamo consapevoli delle difficoltà del nostro Paese, ma proprio per questo serve coraggio per difendere le politiche a tutela delle persone e dei beni comuni. Dei 250 milioni da stanziare nel 2014, la legge di stabilità ne prevede ora solo 231, solo 3 in più di quelli stanziati nel 2013. Quanti ne rimarrano a fine 2014? Questo non basta!

2. Più coerenza, nel rispettare le decisioni degli italiani nella destinazione del 5 per mille, senza tetti e senza riduzioni. Basta con i continui scippi! In due anni lo Stato ha tolto al 5 per mille voluto dai contribuenti ben 172 milioni! Infatti lo Stato italiano ha però trattenuto nell’esercizio 2011 ben 92,838 milioni di euro, cui si aggiungono 80 milioni di euro dell’esercizio 2010. Si tratta dell’ennesimo scippo di fondi a ciò che resta del welfare, della cooperazione e della ricerca, operata a danno dei contribuenti e dei soggetti che garantiscono coesione e innovazione sociale. Da due anni lo Stato, che ha sottoscritto il patto più sacro e più inviolabile, quello della dichiarazione dei redditi delle persone fisiche, viene meno ai suoi impegni, e scrive il falso in un atto pubblico e vincolante, sottraendo un totale di 172 milioni di euro dalle tasche dei contribuenti invece di destinarli al Terzo settore, come era nelle intenzioni dei cittadini che hanno operato la scelta del 5 per mille. Il tetto di 400 milioni per il 2014 costituisce un recupero preventivo di bilancio ben superiore ai piccoli incrementi previsti nella legge di stabilità.

3. Più coerenza nella distinzione tra azione umanitaria e spese militari. La cooperazione non deve in alcun modo essere mescolata con l’azione militare: in particolare chiediamo la riduzione delle risorse destinate a missioni militari, destinandone una parte importante alla cooperazione internazionale per l’azione umanitaria e di ricostruzione. Perché recuperare risorse dalle missioni militari per finanziare progetti di cooperazione e non destinare subito in maniera trasparente le risorse ad essa?

4. Più fiducia negli italiani, investendo nella società civile e nei giovani per renderli sempre più protagonisti della vita del nostro Paese. La cooperazione – sottolinea Barbera – non è più parte qualificante o integrante solo della politica estera, ma deve indirizzare l’intera politica nazionale e internazionale per garantire la convivenza, la giustizia e la pace sociale tra i popoli. Per questo chiediamo una regia politica della cooperazione alla presidenza del Consiglio dei Ministri, che ne garantisca la sua identità popolare, basata sull’integrazione e sul protagonismo dei cittadini, a partire dai giovani. Una politica che sia riferimento di indirizzo coerente all’intera politica nazionale ed internazionale del nostro Paese, verso il benessere sociale e la convivenza pacifica, attraverso il lavoro. la giustizia sociale e il rispetto dei diritti umani.

La cooperazione, conclude Barbera, ha superato il concetto di aiuto e di progetto. Anche il volontariato e le Ong, che pur portano un bagaglio di esperienza da non trascurare e tralasciare, devono rivedere il loro ruolo e la loro identità, per diventare promotori di una nuova cultura della cooperazione. Una cooperazione che sia politica del vivere insieme, in grado di affrontare i problemi di ogni persona, come problemi della comunità; di gestire i beni e i servizi, come beni e servizi comuni. Solo da una nuova cultura sociale della cooperazione e da un chiaro impegno politico, attraverso una nuova strategia, può trovare struttura una nuova legge della cooperazione italiana. Per questo è importante ed urgente che i lavori di stesura del decreto legge per la nuova cooperazione, siano immediatamente aperti ad un concreto e democratico confronto con tutti gli attori della società civile”.

 

 

Per informazioni: Ufficio Stampa Solidarietà e Cooperazione Cipsi, tel. 06.5414894, mail: ufficiostampa@cipsi.it, web: www.cipsi.it

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