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Dopo la frittata di ‘Mission’: soldi e no profit

Si-01-2014_cop1989-2014: 25 anni di Solidarietà internazionale.
È uscito il n. 1/2014.
IN QUESTO NUMERO. Copertina: Dopo la frittata di ‘Mission’, Soldi e no profit.

Senza Firma: Povertà: l’inganno dei numeri (editoriale comune delle riviste aderenti all’iniziativa “Dichiariamo illegale la povertà”).
Le 300 persone più ricche del mondo hanno guadagnato nel 2013 524 miliardi di dollari, cioè poco meno di un terzo della ricchezza prodotta in Italia da 60 milioni di cittadini… Appaiono un po’ patetici allora i tentativi della Banca mondiale e delle varie agenzie Onu di farci credere che la povertà sta diminuendo. … Da questa consapevolezza ha preso il via l’iniziativa “Dichiariamo illegale la povertà” (DIP) che coinvolge soggetti molti diversi, non solo in Italia ma in diverse parti del mondo, con l’obiettivo di mettere fuorilegge quei pro- cessi che sono alla base dell’impoverimento di miliardi di persone in tutto il pianeta. È necessario però non delegare l’iniziativa a pochi vo- lonterosi, ma fare in modo che tutti quei cittadini che, in Italia e in varie parti del mondo, hanno preso coscienza del problema si mobilitino per mettere fuori legge le cause strutturali che riducono in miseria miliardi di esseri umani.

La Copertina: Dopo la frittata di ‘Mission’: soldi e no profit.
Passate le due puntate di Mission con tutte le polemiche che le hanno accompagnate. Ma restano aperte questioni sostanziali. Sul servizio pubblico Rai, ma anche sulle pratiche di tante associazioni per raccogliere fondi. È tutto lecito? I poveri hanno o no il diritto ad essere riconosciuti nella loro dignità?
1. La RAI fa flop di Eugenio Melandri
2. Come Don Chisciotte
3. I campi profughi, con i miei occhi di Patrizia Caiffa

Banning Poverty 2018 – Iniziativa “Dichiariamo illegale la povertà” 1/5
Per tutto il 2014 Solidarietà internazionale continuerà gli approfondimenti dei dossier dedicati all’iniziativa “Dichiariamo illegale la povertà” (DIP). In questo numero raccontiamo i drammatici dati della crisi economica come risultano dai molteplici recenti rapporti dell’Istat, del Censis, della Col- diretti, del sindacato dei pensionati Spi, che ci dicono che i poveri sono raddoppiati dal 2005, che dieci milioni di persone mangiano poco, che quasi la metà dei pensionati non ce la fa ad arrivare a fine mese, che una famiglia su quattro fatica a pagare le bollette… Poi approfondiamo il ruolo dell’economia sommersa e illegale, che l’iniziativa DIP combatte nelle sue molteplici campagne. E ancora, positivamente, Nicoletta Teodosi presenta una delle possibili risposte alla povertà: il reddito minimo.
Banning Poverty 2018 1/5 a cura di N. Perrone; Istat: poveri raddoppiati dal 2005; Coldiretti: 10 milioni mangiano poco; Pensioni, Spi Cgil: quasi la metà non arriva a fine mese; Povertà sanitaria in aumento; Censis: una società con più disuguaglianze; Una famiglia su quattro fatica a pagare tasse e bollette; Eurostat: Italia a rischio povertà subito dopo la Grecia; Economia sommersa e illegalità di A. Fogar; Un reddito minimo nella lotta alla povertà di N. Teodosi;Pendolare tra le comunità di G. Zoni.

L’intervista
C’ERA UNA VOLTA: a tu per tu con Silvestro Montanaro.

Giornalista impegnato socialmente. Prima nella lotta alla camorra, e ai suoi intrecci coi poteri economici e politici. Che paga di persona. Regista televisivo che racconta il mondo impoverito di Africa e America latina, e colpisce gli interessi delle multinazionali e dei poteri costituiti. Un uomo che non si arrende facilmente. Si distingue per la lotta contro il razzismo. Silvestro Montanaro, 60 anni. Ha iniziato la sua carriera giornalistica come corrispondente di Paese Sera e poi dell’Unità. Ha firmato la controinchiesta sul caso Tortora raccogliendo testimonianze inedite e le ritrattazioni di numerosi collaboratori di giustizia: un esempio di giornalismo d’inchiesta. Nel 1989 entra a far parte del gruppo fondante della trasmissione televisiva Samarcanda, con Rai 3. Lavora con Michele Santoro. Dal 1999 è autore del programma “C’era una volta” in onda su Rai Tre. I suoi documentari hanno girato il mondo e accompagnato numerose campagne di verità e di difesa dei diritti umani. Nel 2013 la Rai ha deciso di chiudere “C’era una volta”. Cerchiamo di capirne il perché.
di N. Perrone

Le rubriche di “Solidarietà internazionale”: Punti di vista di commento, analisi, riflessione di
Gianni Caligaris (Giorni e notti),
Giancarla Codrignani (Fuori dalla ricorrenza),
Roberto Musacchio (Alexis Tsipras, l’altra Europa),
Carlos Ciade Castellanos (Il diritto alla salute)
Ranzie Mensah (Non ci sono principi azzurri)
Khalid Chaouki (Superare le barriere)
Guido Barbera (La sfida di una nuova cultura)
Racconti di minoranze di Michele Zanzucchi (Bolivia: con il diacono aymara)

Giro di radar
Il fanta-ambientalismo delle multinazionali, di L. Manes

Da una parte si distrugge e dall’altra si creano aree verdi protette. Basta conferire un valore economico alla natura. Chi distrugge può acquistare “crediti” da chi realizza progetti verdi veri o presunti. Il caso di una centrale nucleare inglese e della francese Atrava.
La Dubai dell’Iraq, di N. Rinaldi
Arbil: alberghi a cinque stelle e centri commerciali che sorgono come i funghi. Hanno la vocazione dell’investimento immobiliare. Qui i curdi investono in un esperimento politico e istituzionale inedito. La pax del benessere ha compiuto miracoli.
Bangladesh: elezioni a senso unico, di p. A. Germano Das
Elezioni boicottate dai partiti all’opposizione. Risultato: partecipazione molto bassa, minacce e violenze contro chi andava a votare, disordini, scioperi, blocchi stradali, morti e feriti. L’ombra della guerra.
Si prepara così la guerra di domani, di E. Pochi
Dal 2030 saranno pronti robot killer per la guerra contro gli umani. Macchine che decideranno autonomamente quando e chi uccidere. Sembra fantascienza, ma non lo è. Anche l’Onu promuove una moratoria contro i robot killer, che sono già in fabbricazione. Nasce una coalizione internazionale per chiederne il divieto preventivo.
Nasce vecchia la nuova cooperazione, di P. Sentinelli.
Le politiche che occorrono devono rivolgersi a implementare rapporti paritari e di giustizia tra i Paesi e le loro comunità, sostenere processi partecipativi e di autogoverno, ridisegnare sovranità democratiche. Rimettere al centro le persone in una nuova dimensione dell’umanesimo. E da qui contribuire alla costruzione della pace duratura capace dell’armonia dei cicli naturali per rispettare la loro riproducibilità.
Si chiamano “Nuova Speranza”, di A. Buonomo
Un laboratorio di sartoria realizzato da donne africane e dei paesi dell’Est. Uno spazio di accoglienza per donne migranti in difficoltà o vittime di sfruttamento. Suore in strada per combattere contro lo sfruttamento.
Racconti migranti, di R. Marcone.
Ripensare il mondo a partire dall’acqua, di R. Lembo
La crisi di sistema che stiamo vivendo domanda un nuovo modello di sviluppo. Nell’acqua, bene comune, si intersecano questione sociale, ambientale e democratica. Dalla gestione sociale e pubblica dell’ac- qua può nascere un mondo diverso e riconciliato.
Europa: così non funziona, di G. Codrignani
La democrazia va in crisi in tutta Europa. Era altra l’Europa voluta dai padri fondatori e sognata da Altiero Spinelli. Gli errori della Merkel e la vicenda greca. La disoccupazione ha raggiunto livelli mai visti. Politiche miopi e senza “visione”. Italia, Francia e Spagna devono cooperare e avanzare proposte concrete.
E ancora: le segnalazioni e la bacheca con eventi, appuntamenti e consigli editoriali a cura di Andrea Fogar.

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