martedì, Novembre 5, 2024
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Siria: a tre anni dall’inizio del conflitto

SIRIA: A TRE ANNI DALL’INIZIO DEL CONFLITTO IL PAESE CON IL PIÙ ALTO NUMERO DI PERSONE IN FUGA AL MONDO.

A tre anni dall’inizio del conflitto la Siria è diventata il primo paese al mondo per numero di migranti forzati, con oltre nove milioni di cittadini siriani costretti ad abbandonare le proprie case.

Ad oggi sono più di due milioni e mezzo i siriani (2.563.434) registrati in qualità di rifugiati nei paesi limitrofi o tuttora in attesa di essere registrati. Attualmente più del 40 % della popolazione residente in Siria prima del conflitto è stata costretta a spostarsi all’interno del paese o a varcare i confini, con un numero di sfollati interni che ha superato la quota di 6,5 milioni di persone. Almeno la metà della popolazione siriana costretta alla fuga sono bambini.

“È inconcepibile che una catastrofe umanitaria di questa portata si svolga sotto i nostri occhi senza che venga compiuto nessun significativo passo avanti per fermare un simile spargimento di sangue”, ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres. “Nessuno sforzo dovrebbe essere risparmiato per il raggiungimento della pace. E nessuno sforzo dovrebbe essere risparmiato per alleviare le sofferenze di tutte le persone innocenti coinvolte nel conflitto e costrette ad abbandonare le loro case, le loro comunità, il lavoro che avevano e le scuole che frequentavano.”

In assenza di progressi visibili per il raggiungimento di una soluzione politica, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) prevede che il numero di rifugiati nella regione circostante continuerà a crescere fino a diventare la popolazione di rifugiati più grande al mondo.

Nel solo Libano, il numero di rifugiati registrati provenienti dalla Siria sta raggiungendo la quota di un milione e potrebbe crescere fino a 1,6 milioni entro la fine del 2014, se le stime attuali verranno confermate. Il Libano vanta già la più alta concentrazione pro-capite di rifugiati a livello mondiale nella storia recente, con quasi 230 rifugiati siriani registrati ogni 1.000 cittadini libanesi. Questo dato è 70 volte più grande del numero di rifugiati in rapporto agli abitanti in Francia, e 280 volte quello degli Stati Uniti. Il numero dei rifugiati siriani registrati che sono attualmente ospitati in Libano corrisponderebbe a quasi 19 milioni di rifugiati in Germania e a oltre 73 milioni negli Stati Uniti.

Anche la Giordania si trova in grave difficoltà per la presenza dei rifugiati, per i quali è stimata una spesa di più di 1,7 miliardi di dollari. In questo paese povero di risorse, il governo sta finanziando sussidi supplementari per un valore di centinaia di milioni di dollari per garantire che i rifugiati abbiano accesso ad acqua, pane, gas ed elettricità a prezzi abbordabili. L’aumento della domanda di assistenza sanitaria ha portato ad una carenza di medicine e, soprattutto in Giordania settentrionale, vi è scarsità di acqua potabile disponibile sia per i giordani che per i rifugiati.

“Immaginate le dirompenti conseguenze sociali ed economiche che questa crisi comporta per il Libano e gli altri paesi della regione”, ha affermato Guterres. “Hanno bisogno di un sostegno internazionale molto più importante di quello che hanno ricevuto finora, sia finanziariamente che in termini di impegno nel ricevere e proteggere i rifugiati siriani in altre parti del mondo, al di là della regione circostante”.

Guterres ha anche osservato che la situazione dei rifugiati siriani sta diventando una questione di rilevanza mondiale, dal momento che stanno arrivando in numero sempre crescente anche in altre parti del mondo.

Dall’inizio del conflitto nel marzo del 2011 i siriani che hanno presentato domanda d’asilo in Europa sono 56.000. La maggior parte delle richieste sono state effettuate in due paesi: Svezia e Germania. Finora, meno del 4% dei siriani che sono fuggiti dal conflitto hanno cercato protezione in Europa. Questi numeri non includono la Turchia, che invece ha registrato oltre 625.000 rifugiati siriani.

Ma le stime sono in aumento: il numero dei siriani sta crescendo a causa degli arrivi irregolari via mare nei paesi del sud del Mediterraneo, e via terra in Europa orientale. Sempre più siriani mettono le loro vite in balia di trafficanti di esseri umani, spesso con risultati tragici. Nel 2013, 700 persone sono morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo e tra questi circa 250 erano siriani.

Talvolta si trovano anche a non poter attraversare le frontiere e ad essere respinti verso i paesi confinanti.

“Che razza di mondo è questo, dove i siriani in fuga da un conflitto così violento si trovano a rischiare la vita per cercare protezione, e quando finalmente riescono a farlo, non sono accolti o addirittura vengono respinti alle frontiere?”, ha affermato Guterres.

L’UNHCR esorta i paesi a garantire l’accesso di tutti i siriani e a varare una moratoria sui rimpatri verso i paesi confinanti.

Nel frattempo, i siriani stanno cercando protezione anche nelle Americhe e in Australia, dove arrivano con mezzi regolari e irregolari. Nel 2013 il Brasile, per esempio, anche in virtù della sua grande comunità di cittadini di origine siriana, ha introdotto dei visti accelerati per i siriani, aiutando molti di loro a trovare rifugio nel paese. Nel frattempo, si cominciano a vedere cittadini siriani anche tra le centinaia di richiedenti asilo che arrivano ogni mese in Nord e Sud America.

La risposta dell’UNHCR alla crisi in Siria si concentra principalmente sulla regione immediatamente circostante, dove le pressioni legate ai flussi migratori sono più acute. Tuttavia l’Agenzia ha anche fatto appello ai paesi europei, dell’America settentrionale, dell’Asia e del Pacifico affinché attuino politiche di reinsediamento in modo da rendere disponibili 30.000 posti nel 2014 e 100.000 nel 2015 e nel 2016. L’UNHCR chiede inoltre ai paesi di prendere in considerazione altre modalità per regolare gli ingressi, compresi il ricongiungimento familiare o la proroga dei visti per studenti e lavoratori.

Foto, video e altri materiali multimediali possono essere scaricati dal sito http://unhcr.org/3years/

Per ulteriori informazioni, contattare:

Beirut: Melissa Fleming (+41 79 557 9122)
Ginevra: Dan McNorton (+41 79 217 3011)
Libano: Dana Sleiman (+961 71 901 626)
Giordania: Hélène Daubelcour (+962 79 88 91 307 – English, French); Ali Bibi (+ 962 77 77 11 118 – English, Arabic)
Giordania – Za’atari Camp: Aoife McDonnell (+962 79 545 0379); Andy Needham (+962 79 817 5813)
Iraq: Natalia Prokopchuk (+964 780 921 7341)
Turchia: Selin Unal (+90 530 282 7862)
Egitto: Teddy Leposky (+20 128 973 7541)
Italia: Carlotta Sami (+39 3356794746)

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