Palestina: silenzio, si uccide. Uscito il n. 2 di Solidarietà internazionale
È uscito il n. 2/2014
IN QUESTO NUMERO. Copertina: Palestina, silenzio: si uccide
Senza Firma: Tornare a Ventotene. L’hanno immaginata mentre erano al conflitto a Ventotene. E proprio a Ventotene, proprio durante la guerra hanno sognato l’Europa. Nei lunghi colloqui di quei giorni nasceva non soltanto l’abbozzo di un’Europa federale, ma anche una sorta di nuova idea della politica…la nuova politica avrebbe dovuto avere come orizzonte l’incontro, la solidarietà, la capacità di mettersi insieme per costruire una realtà nuova che, proprio perché unita o federata, non avrebbe ricreato le vecchie “assurdità”… Sarebbe poi arrivata la fine della guerra, e con essa avrebbe cominciato a prendere corpo quel progetto pensato a Ventotene…il primo embrione di quella che, nel pensiero dei padri fondatori, avrebbe dovuto essere l’Europa. Ma il cammino avrebbe potuto proseguire, se non fosse arrivato il pensiero unico. Se l’Europa non si fosse consegnata mani e piedi al liberismo. Adesso siamo ad un bivio. Anche perchè movimenti sempre più grandi di persone stanno ribellandosi …Questa Europa così come è non può funzionare… Forse sarebbe il caso di fare un pellegrinaggio a Ventotene per rivivere quel sogno nato dalla tragedia della guerra. La Copertina: Palestina: silenzio, si uccide. Continuano la colonizzazione, la violenza e il sopruso di Israele contro le popolazioni palestinesi. Nel silenzio dell’intera comunità internazionale si sta compiendo un vero genocidio. Gli accordi in corso sono un fallimento. E intanto è stata lanciata la “Campagna internazionale per la liberazione di Marwan Barghouti e tutti i prigionieri palestinesi” 1. Storia e cronaca di un fallimento: intervista a L. Morgantini a cura di N. Perrone e E. Pochi 2. Campagna per la liberazione dei detenuti di N. Perrone 3. Anche i bambini in carcere di E. Pochi Banning Poverty 2018 – Iniziativa “Dichiariamo illegale la povertà” 2/5 Siamo al secondo dossier dell’anno 2014 dedicato all’iniziativa “Dichiariamo illegale la povertà” (DIP), e all’ottavo in due anni. Mentre la crisi economica continua a colpire duro, in Italia e in Europa. Pubblichiamo, questa volta, un saggio integrale di Riccardo Petrella, uno degli ideatori dell’iniziativa DIP. Un vero e proprio approfondimento intitolato “L’im- postura mondiale sulla povertà”. Nel saggio sono ben identificate e analizzati, il contesto, le diseguaglianze, la crisi del sistema economico finanziario, le responsabilità politiche, gli inganni dei numeri e il fallimento delle decisioni politiche e degli aiuti. Le prossime elezioni europee possono essere un momento, per i cittadini, per esprimere con il voto la nostra posizione e il nostro impegno attivo. Banning Poverty 2018 2/5 a cura di N. Perrone; Il contesto e le diseguaglianze; le fabbriche della povertà; La crisi del sistema economico finanziario; L’impostura politica, Dichiarare illegale la ricchezza, C’è chi guadagna senza lavorare, I lavoratori poveri, La predazione delle terre, L’impostura ideologica: l’inganno dei numeri, La crescita delle disuguaglianze, Il fallimento degli aiuti e il cambiamento, Riccardo da Villafranca di G. Zoni L’intervista: La passione, la speranza: a tu per tu con Ilaria Signoriello. Trentatré anni, anticonformista, contestataria. Tenace. Da sempre impegnata socialmente, per la giustizia. Prima come amministratore locale a Lanuvio. Poi nel Terzo settore. Esponente di primo piano dell’Associazione internazionale Noi Ragazzi del Mondo, dedicata ai giovani del mondo, all’accoglienza, al fare comunità sul territorio: insieme alla Comunità di Capodarco e al suo fondatore, don Franco Monterubbianesi. Poi con l’agricoltura sociale, la lotta contro la camorra in tutte le sue forme. E l’approdo alla cooperazione internazionale con il Cipsi. La prima impressione, quando la incontriamo, è quella di una donna appassionata, ribelle. Che crede nell’uguaglianza tra uomini e donne, e la rivendica. Che dedica la sua vita al cambiamento del mondo e alla giustizia sociale. Che ha scelto di stare dalla parte di chi è emarginato, di chi soffre, di chi “subisce le distorsioni di un sistema ingiusto”. di N. Perrone Le rubriche di “Solidarietà internazionale”: Punti di vista di commento, analisi, riflessione di Gianni Caligaris (Il cestino), Roberto Musacchio (I mali della Troika), Carlos Ciade Castellanos (L’utopia in America Latina), Ranzie Mensah (Una lettera d’amore), Giancarla Codrignani (Lilith), Khalid Chaouki (Cooperazione tra le due rive), Guido Barbera (La sfida di una nuova cultura) Racconti di minoranze di Michele Zanzucchi (Orange Hill) Giro di radar Giappone: Eppure il governo di M. Hirano Aumentano le vittime dell’incidente nucleare. Persistono enormi i danni alla salute. Eppure il governo vorrebbe ripristinare l’energia nucleare. L’opposizione di chi ha vissuto questa tragedia in prima persona. Il continente degli immigrati, di N. Rinaldi Lo spostamento degli individui, di comunità, talvolta d’interi gruppi etnici, è un fenomeno globale. Il sentimento di trovarsi “altrove” è proprio di ogni individuo. Questa è l’Australia. Pakistan: Petrolio e libertà, di L. Giallombardo Spazi sempre più ristretti per la democrazia. Un padre padrone al potere da oltre vent’anni. Che non permette libertà di stampa. Che scioglie i partiti di opposizione. Tutto in nome del petrolio. La speranza in movimento, di G. Lutte Il Venezuela ha vaste riserve di petrolio: è questo l’interesse degli Usa. In Guatemala le multinazionali hanno le mani libere. Possono cacciare centinaia di famiglie dalle loro terre. Interi villaggi scompaiono. La speranza sta nei movimenti. L’Europa che verrà, di G. Codrignani I poteri forti sono cresciuti e hanno prodotto la crisi economica. Il nuovo attacco del mercato e la propaganda dei futuri benefici. La Nato del commercio e la crisi della democrazia. Dov’è la cooperazione internazionale e la solidarietà? Spaghetti story: intervista al regista Ciro de Caro, di P. Caiffa La storia di un film autoprodotto, ambientata tra i giovani precari delle periferie romane. La crisi come opportunità. Un messaggio forte ai giovani e un monito agli adulti. Una generazione stanca di sentirsi solo appiccicare addosso l’etichetta “precario”. Senegal: Il furto delle terre, di L. Manes Terre sottratte alla comunità rurali locali. Pesanti impatti sociali. Coinvolta un’impresa italiana. Architetture finanziarie opache. Speculazioni. Non sarebbe meglio interrompere e ritirarsi? . E ancora: le segnalazioni e la bacheca con eventi, appuntamenti e consigli editoriali a cura di Andrea Fogar. 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