giovedì, Novembre 21, 2024
Notizie dai SociNotizie dal Cipsi

Siria: opinione pubblica occidentale, svegliati!

Siria: opinione pubblica occidentale, svegliati!

Barbera (CIPSI): “Opinione pubblica occidentale, SVEGLIATI!”. E Barbera continua: “Basta silenzio! Basta armi! Basta ingiustizie! I diritti di ogni essere umano devono essere garantiti, prima di ogni credo ed interesse. Acqua, cibo, scuola, … non possono essere utilizzati come strumenti di guerra e di morte”. A seguire la lettera integrale di Rita dalla Siria.

Roma, 19 maggio 2014 – Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione CIPSI – coordinamento di 31 associazioni di solidarietà internazionale –  si unisce all’appello di Rita, che ci giunge da  Damasco: “Opinione pubblica occidentale, SVEGLIATI!”. E Barbera continua: “Basta silenzio! Basta armi! Basta ingiustizie! I diritti di ogni essere umano devono essere garantiti, prima di ogni credo ed interesse. Acqua, cibo, scuola, … non possono essere utilizzati come strumenti di guerra e di morte. Pubblichiamo di seguito la lettera integrale di Rita da Damasco (Siria).

Opinione pubblica, svegliati!

Accorato appello dalla Siria affinché l’Occidente si svegli e prenda coscienza che non si può più attendere. (http://www.amu-it.eu)

Questa idea la sento ribollire in me da tanti giorni. È possibile che qui in Siria si continui a morire, ad assistere alle atrocità che i cosiddetti “ribelli” compiono ogni giorno in nome di una pretesa democrazia – che alla fine non risulta altro che voglia di potere, di soldi, di far regnare la legge islamica fondamentalista -, a costo anche di crocifiggere (e siamo nel 21° secolo!) persone che rifiutano di seguirla, soprattutto cristiani che continuano ad essere perseguitati in vari modi?

Ad Aleppo l’acqua manca da settimane, da quando – secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani – il fronte al-Nosra ha fermato la principale stazione di pompaggio della città. L’intenzione è quella di privare di questo bene indispensabile i distretti pro-regime, ma i tagli riguardano anche le zone ribelli. Un abitante di Aleppo, il dottor Nabil Antaki, ha rilasciato a tal fine una lettera aperta ai leader occidentali: “La scorsa estate Aleppo ha subito un blocco completo ( …) e nessuno ha detto nulla. Il mese scorso Aleppo è stato in black-out ( … ) e nessuno ha protestato. Ed ora hanno tagliato l’acqua ( … ) e voi zitti! Coloro che sanno e non protestano sono complici ( …) . Per molto meno, avete dimostrato, ( … ) chiesto sanzioni, ( … ) alzato la voce, ( … ) minacciato di accusa davanti alla Corte penale internazionale ( …  . Il vostro atteggiamento è una vergogna. Dovreste essere perseguiti per crimini di guerra e crimini contro l’umanità per la vostra complicità passiva”.

La gente è all’estremo delle forze. Con l’arrivo della stagione calda si può vivere senza elettricità e persino senza troppe cose da mangiare… ma senza acqua come si fa, come si fa a lavarsi, a lavare i panni, a mantenere l’igiene dei servizi, come si fa a bere… sì, per bere si comprano le bottiglie a prezzi inimmaginabili… ma fino a quando?

I nostri amici cristiani sono i più colpiti. Perché la loro colpa è quella di trovarsi nelle regioni pro-regime e di preferire un regime che garantisce la loro libertà di culto, mentre gli altri, i ribelli, li ammazzano anche crocifiggendoli qualche volta.

Ma non si arrendono… si sono esercitati ad avere fiducia in Dio e nella sua Provvidenza, e sperano contro ogni speranza… Una di loro, M., mi racconta al telefono: “Ero disperata senza acqua. Ho scritto su facebook: “Se Dio è con noi, chi è contro di noi”.. dacci o Dio la pazienza per superare anche questo… E poi sono andata al letto con una lacrima che scendeva… ad un tratto, improvvisamente, sento il rumore di acqua che arriva: era l’acqua del pozzo che un sacerdote vicino ha aperto per il nostro palazzo… mi sono precipitata a lavare, riempire bidoni, fare docce… e l’indomani ho chiamato gli amici che non hanno questa possibilità invitandoli a venire lavarsi e lavare i vestiti da me. Ho ringraziato Dio che non ci lascia mai!”

Intanto continuano le battaglie, il dinamittaggio degli alberghi, degli uffici pubblici; sì perché più distruggi meglio è per chi ha per legge la violenza e la morte! E continuano i bombardamenti, specie sulle regioni cristiane… Ci sono vittime, ma la mano di Dio è evidente nel proteggere tantissimi civili… I nostri amici nonostante tutto continuano ad andare al lavoro, a mandare i bambini a scuola, ad organizzarsi per trovare il coraggio di continuare a resistere… ma sono stanchi!!! E tanta gente si chiede come mai sono stati dimenticati da tutti… Come mai i potenti della terra continuano a mandare armi ai combattenti per proseguire nel massacro quotidiano di questo Paese e della sua gente innocente… Forse sono troppi occupati con la situazione in Ucraina? Oppure conviene ai loro interessi che la situazione qui continui così, e vendono le armi in eccedenza che continuano a produrre senza smettere mai, e ci sono grossi interessi regionali?

Qui a Damasco, dove mi trovo, i colpi dei mortai continuano a cadere di tanto in tanto all’improvviso. Vengono dalle regioni sotto il controllo dei ribelli, e cadono su regioni abitate, su gente innocente, sui bambini nelle scuole… non su obiettivi militari. Perché? È l’eterna domanda senza risposta. L’unico desiderio che senti sulla bocca di tutti è che l’esercito regolare possa liberare quelle regioni ribelli per poter stare in pace, come ha liberato il centro di Homs… e si continua a vivere, ad andare a scuola, al lavoro, all’università, alla preghiera, anche passando da quelle strade dove sono cadute le bombe ammazzando o ferendo qualche minuto prima… Sì perché la voglia di vivere del popolo siriano è più forte della morte, è più forte della violenza, della distruzione categorica di tutte le infrastrutture del loro Paese… Bisogna che gli altri, “i potenti” capiscano, si sveglino, e agiscano…

Conosco due famiglie di Homs, sfollate per più di 2 anni: Finalmente hanno potuto tornare alle loro case nella parte della città liberata ultimamente… ma che desolazione… tutto da ricostruire, da riammobiliare… I combattenti hanno portato via tutto quello che potevano, persino gli infissi delle porte e delle finestre... Ma come fare a riparare quando si è perduto il lavoro, e quando le mine lasciate dai ribelli provocano vittime proprio fra coloro che rientrano nelle loro case? Ci vuole tempo, e aiuti in tutti i sensi soprattutto per ricostruire la fiducia reciproca e la speranza perduta… Ho assicurato che saremmo loro vicini, quando potranno iniziare la riparazione, credendo alla generosità di tutti gli amici qui e nel mondo…

OPINIONE PUBLICA OCCIDENTALE SVEGLIATI! È il grido che mi sgorga dal cuore… e chissà se voi, amici nostri nel mondo, non potete fare qualcosa di concreto per aiutarla a svegliarsi. GRAZIE!

Rita (Damasco, Siria)

 

Ufficio stampa

Solidarietà e Cooperazione CIPSI è un coordinamento nazionale, nato nel 1985, che associa oltre 40 organizzazioni non governative di sviluppo (ONGs) ed associazioni che operano nel settore della solidarietà e della cooperazione internazionale. Solidarietà e Cooperazione CIPSI è nato con la finalità di coordinare e promuovere, in totale indipendenza da qualsiasi schieramento politico e confessionale, Campagne nazionali di sensibilizzazione, iniziative di solidarietà e progetti basati su un approccio di partenariato. opera come strumento di coordinamento politico culturale e progettuale, con l’obiettivo di promuovere una nuova cultura della solidarietà.