I cantieri di cooperazione solidale
Seminario: “Aiuto – Non Aiuto, cantieri di cooperazione solidale”.
Don Armando Zappolini (CNCA): “È preoccupante l’arretramento del pubblico dalla cooperazione, in favore del privato. I cantieri di cooperazione solidale cominciati con questo seminario sono l’alternativa nuova”.
Guido Barbera (CIPSI): “Quale sviluppo? Quello che ci ha portato sull’orlo del baratro di una crisi economica, sociale e ambientale senza ritorno, o quello di un nuovo modello di società equo, solidale e che tuteli i diritti di tutti i cittadini? La cooperazione non può essere il bancomat delle imprese: ci devono essere regole chiare”.
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Roma, 14 novembre 2014 – “È preoccupante l’arretramento del pubblico dalla cooperazione, in favore del privato. C’è un doppio grido di sofferenza nel mondo: di esclusione e di invisibilità di milioni di persone; di fallimento di un modello di sviluppo. Sono grida inascoltate. I cantieri di cooperazione solidale cominciati con questo seminario sono un’alternativa culturale nuova del mondo sociale, delle associazioni, del fare Rete per resistere alla ritirata del pubblico dalla cooperazione e dal sociale”, ha affermato don Armando Zappolini, presidente del CNCA, nel suo intervento conclusivo al seminario “Aiuto – Non aiuto: cantieri di cooperazione solidale”, svoltosi giovedì 13 novembre a Roma. “Questa situazione – sempre più pericolosa per la pace mondiale – è collegata alla miopia delle classi dirigenti dei paesi più forti, che continuano a pensare esclusivamente in termini di ‘interesse nazionale’ e alla quasi totale libertà di cui godono le aziende transnazionali, che mirano solo a estrarre profitto dalle comunità e dai territori. Senza giustizia non ci può essere pacificazione”.
In continuità Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione CIPSI ha incalzato: “La politica di ‘sviluppo’ nazionale ed europea da anni sta provocando danni nefasti alla società e alla convivenza. Che cosa si intende per sviluppo? Quello che ci ha portato sull’orlo del baratro di una crisi economica, sociale e ambientale senza ritorno, o quello di un nuovo modello di società equo, solidale e che tuteli i diritti di tutti i cittadini e la convivenza sociale? I nostri ‘cantieri solidali’ vogliono arrivare nei territori tra la gente, sostituendo ogni approccio di competizione con la cooperazione autentica, basata sulla relazione e sulla sussidiarietà. La cooperazione non è non deve essere il bancomat delle imprese: ci devono essere regole chiare”.
Al seminario hanno partecipato circa 100 persone. Molti contributi di qualità dei relatori intervenuti. Audio integrale nel sito (www.cipsi.it).
Dopo l’intervento di apertura di Paola Berbeglia, presidente di CReA, che ha inquadrato il seminario fra le attività del Semestre italiano di Presidenza dell’UE, Michelangelo Chiurchiù, presidente di CESC Project, ha dichiarato: “Il nostro punto di vista non è neutrale, ma è quello dei sotterranei della storia, che vorrebbero rappresentare la situazione che storicamente abbiamo vissuto e stiamo vivendo nel rapporto con le donne e gli uomini del Sud del Pianeta. Coloro che abitano i sotterranei della vita e della storia sono molto ma molto più numerosi di quelli che stanno sopra al sole”.
Giuseppe De Marzo, coordinatore della Campagna Miseria Ladra, ha snocciolato una serie di dati preoccupanti: “Siamo di fronte a una crisi strutturale, inedita e terminale. I dati dell’aumento della povertà e della disoccupazione dall’esplosione della crisi a oggi sono quelli di una guerra mondiale. Dal 2008 la povertà in Italia è aumentata, e sommando i poveri assoluti e relativi siamo secondo l’istat a più di 16 milioni di persone, più del 25% della popolazione. E la dispersione scolastica è al 17,6%. La povertà minorile colpisce 1 milione 423mila minori, pari al 32,3%. Condanniamo le politiche economiche e finanziarie dell’Europa, ed auspichiamo una cooperazione basata sulla giustizia sociale e ambientale, con quattro elementi di base: complementarietà, relazioni, reciprocità e corrispondenza. È urgente riconoscere i diritti della Natura”.
Patrizia Sentinelli, già vice Ministro della Cooperazione ha invece coordinato la tavola rotonda, nel quadro della quale Riccardo Troisi, presidente di Re-orient, ha sottolineato il gravissimo rischio della presenza del privato nella cooperazione: “Bill Gates e Mark Zuckerberg hanno destinato alla lotta all’Ebola più di Cina e India”, ha detto, sottolineando come negli ultimi 10 anni i finanziamenti alla cooperazione allo sviluppo da parte dei privati sono esponenzialmente aumentati determinando un forte rischio di condizionamento degli aiuti agli interessi delle multinazionali.
“Abbiamo all’orizzonte alcune priorità”, ha invece dichiarato Francesco Petrelli, portavoce di Concord Italia, nel suo intervento. “La definizione della nuova Agenda per lo sviluppo post-2015, dopo gli Obiettivi del Millennio. La nuova agenda per lo sviluppo per esser efficace dovrà integrare i tre pilastri: economico, sociale e ambientale. Ci deve essere una lotta alla povertà ‘integrata’. Poiché nel 2030 in Europa avremo una diminuzione di persone attive pari a 33 milioni, e 60 milioni di persone che avranno più di 65 anni, le nuove e urgenti sfide sono le migrazioni e il Mediterraneo: lì ci sono le basi per integrare forza lavoro qualificata e promuovere una nuova stagione di cooperazione verso l’area mediterranea . Sulla presenza dei privati, la considero una sfida da accettare, con regole chiare e controlli precisi, oltre a sistemi di partecipazione pubblico-privato chiari e trasparenti in un quadro dove le politiche pubbliche rimangono essenziali per lo sviluppo e la lotta alla diseguaglianza”.
In conclusione del seminario è intervenuta l’on. Lia Quartapelle, Membro della Commissione Affari Esteri e Comunitari e relatrice della nuova legge sulla Cooperazione, che ha difeso la scelta di includere i privati Profit – a pari diritto del non governativo – tra i soggetti che possono accedere ai fondi della cooperazione, affermando la necessità di “tenere dentro questa parte della realtà italiana”. La parlamentare ha inoltre affermato che l’inserimento della Cassa Depositi e Prestiti come strumento per finanziare interventi di cooperazione allo sviluppo “non sottrae risorse agli interventi bilaterali, ma ne può solo aggiungere”, concludendo il suo intervento con l’annuncio della possibilità di aggiungere nella legge di stabilità, 20 milioni di euro ai fondi destinati alla cooperazione alla sviluppo: “Stiamo lavorando per l’approvazione di due emendamenti attualmente in discussione”. Sul tema è intervenuto anche l’on. Giulio Marcon, sottolineando il proprio dissenso alle scelte suddette.
Il seminario si è svolto nell’ambito delle iniziative promosse da CONCORD Italia, in occasione del semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea, con il contributo della Commissione Europea e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione.
Ufficio Stampa Cipsi, Nicola Perrone, ufficio stampa@cipsi.it, cel. 329.0810937
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