domenica, Novembre 17, 2024
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Appello della società civile europea a sostegno dei rifugiati siriani in Grecia

EUROPEAN CIVIL SOCIETY CALLS ON THE EU TO PROVIDE HUMAN RIGHTS BASED SOLUTIONS FOR SYRIAN REFUGEES IN GREECE.

15 Dicembre 2014 – Ad Atene, in piazza Syntagma, l’intervento della polizia, era ormai prevedibile, dopo che il governo greco aveva chiuso su tutte le richieste avanzate dai profughi siriani accampati da oltre tre settimane. Erano state respinte tutte le richieste delle famiglie siriane, e veniva offerta soltanto una minima possibilità di alloggio per le donne ed i bambini, ma a costo della separazione delle famiglie. Nessuna risposta sulla richiesta di lasciare la Grecia per raggiungere un altro paese europeo.

Nella notte, attorno alle 3 del giorno 15 Dicembre 2014,  gli agenti di polizia sono intervenuti in forze hanno caricato tutte le famiglie siriane su camionette e le hanno trasportate come pacchi in un commissariato di polizia. Il giorno prima, un ragazzo aveva tentato di impiccarsi in piazza. Adesso la disperazione sarà ancora più grande. E non si escludono altri trattamenti disumani e violenti, lontano dalla piazza e dagli occhi degli attivisti greci che per giorni hanno fatto cordone attorno ai siriani in sciopero della fame. Le autorità greche continuano ad essere condannate per questa ragione dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo, ma a Bruxelles sembra che non se ne accorga nessuno.

Il nuovo Commissario UE all’immigrazione, il greco Avramopoulos deve fornire risposte chiare. L’Europa ha scelto la politica dell’arroccamento e dello sbarramento delle vie di fuga, anche nei confronti dei richiedenti asilo, contenendo, con il Regolamento Dublino III, gli immigrati nei primi paesi di ingresso, nella prospettiva di esternalizzare nei paesi di transito le procedure di asilo.

Appare evidente a questo punto che non si tratta di una questione isolata, non riguarda soltanto le famiglie siriane che hanno protestato ad Atene in piazza Sintagma. Come è ormai evidente che le soluzioni a questa grave crisi umanitaria, che si ripete da tempo in Grecia, dai confini dell’Evros fino ai porti di Patrasso ed Igoumenitsa, non può che arrivare da Bruxelles, dagli organi di governo dell’Unione Europea.

Occorre ribadire:

  • L’esigenza urgente di una revisione sostanziale del Regolamento Dublino III, con la possibilità di un passaggio legale e garantito per i profughi siriani, che attualmente sono bloccati in Grecia, verso altri paesi europei nei quali sia possibile presentare una richiesta di asilo. Questa è l’ unica soluzione coerente con il blocco delle procedure di riammissione verso la Grecia stabilito in diverse decisioni dai Tribunali amministrativi di diversi paesi europei, da sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e della Corte europea dei diritti dell’Uomo.
  • La verifica della disponibilità dei diversi paesi europei a dare seguito alle procedure di resettlement di profughi siriani che abbiano avuto già riconosciuto in altri paesi non appartenenti all’Unione Europea il diritto di asilo o altre forme di protezione internazionale.
  • Accoglienza immediata e temporanea in Grecia delle famiglie siriane di piazza Sintagma, con il mantenimento dell’unità familiare, in strutture dignitose, in vista di un loro successivo e garantito trasferimento, da realizzare con il concorso dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, verso un altro paese europeo che si dichiari disponibile ad accoglierle.
  • Monitoraggio rigoroso delle procedure di protezione internazionale e dei sistemi di accoglienza in Grecia ed in altri paesi, come Cipro, Malta e l’Italia, che in questo periodo risultano particolarmente esposti all’arrivo di un numero assai elevato di profughi (non solo siriani) al fine di verificare il rispetto delle procedure e degli standard imposti dalle Direttive e dai Regolamenti dell’Unione Europea.

Infine, si dovrebbero valutare le capacità operative immediate dell’EASO, che ha sede a Malta, ancora in fase di avvio, e rivedere i programmi di finanziamento dell’Unione Europea per sostenere i maggiori oneri che dovranno sopportare i paesi sopraindicati per una effettiva armonizzazione delle prassi applicate nei diversi stati dell’Unione, in modo da realizzare il riconoscimento reciproco delle decisioni che riconoscono gli status di protezione internazionale, un maggiore rispetto delle esigenze di ricongiungimento familiare ancora non soddisfatte dal Regolamento Dublino III, e più in generale una effettiva libertà di circolazione nell’area Schengen dei titolari di uno status di protezione internazionale.

ADERISCONO ALL’APPELLO

LasciateCIEntrare, Association Européenne pour la Défense des Droits de l’Homme (AEDH), European Civic Forum (ECF), SOLIDAR, CIPSI, Asociatia Pro Democratia, Coalizione italiana per le libertà e i diritti civili (CILD), Forum Italiano sulla Disabilità (FID) – Italian Disability Forum, Emilio Drudi giornalista, Valentina Marziali.

 

Per aderire all’appello, le firme e le adesioni devono pervenire all’indirizzo mail: info@lasciatecientrare.it

Invitiamo a sostenere l’Appello anche con l’adesione delle vostre associazioni e diffondendolo a tutti i vostri contatti.

L’appello è anche su Internet a questo link: http://www.lasciatecientrare.it/j25/italia/news-italia/135-european-civil-society-calls-on-the-eu-to-provide-human-rights-based-solutions-for-syrian-refugees-in-greece

 

15th December 2014

EUROPEAN CIVIL SOCIETY CALLS ON THE EU TO PROVIDE HUMAN RIGHTS BASED SOLUTIONS FOR SYRIAN REFUGEES IN GREECE.

In Athens, at Syntagma Square, police intervention was expected, after that the Greek government had refused all the requests made by Syrian refugees who camped for over three weeks. All the requests of the Syrian families had been rejected, and they had been offered only a limited provision of accommodation for women and children, but at the cost of separation of families. There was no answer to their request to leave Greece and reach another European country.

During the night, at around 3am Monday 15 December 2014, police loaded all Syrian families in jeeps and transported them like “parcels” to a police station. The day before, a young refugee man tried to hang himself in the Square. Now the despair will be even bigger. And other inhumane and violent treatment of refugees may take place, far from the Square and away from the eyes of Greek activists who for days have made a line around the Syrians on hunger strike. The Greek authorities continue to be condemned for this reason by the European Court of Human Rights, but in Brussels nobody seems to realize it.

The new EU Commissioner for Immigration, Mr. Avramopoulos, must provide clear answers. Europe has chosen the policy of blocking of escape routes, even for asylum seekers, containing them, in accordance with the Dublin Regulation III, in the country of first entry, which is a move towards externalizing the procedures for asylum in the countries of transit.

It seems clear at this point in time that this is not an isolated issue, which does not concern only Syrian families in protest in Athens at Syntagma Square. It is now clear that the solutions to this serious humanitarian crisis, going on in Greece, from the Evros borders to the ports of Patras and Igoumenitsa, can only arrive from Brussels, from the European Union.

The most important issues are:

1 ) The urgent need for a substantial revision of the Dublin Regulation III, with the right for Syrian refugees who are currently stuck in Greece of a legal and guaranteed passage from Greece to other European countries, in which it is possible to submit an application for asylum. This is the only solution which is consistent with the blocking of procedures that allow refugees to be sent back from another state to Greece, established through several decisions by the administrative courts of various European countries and the judgments of the Court of Justice of the European Union and the European Court of Human Rights.

2 ) The verification of the availability of several European countries to follow the procedures for resettlement of Syrian refugees who have already obtained  asylum or other forms of international protection in other no-European countries.

3) Immediate and temporary reception of Syrian asylum seekers in Greece, ensuring non-separation of families, in decent facilities, prior to their transfer, guaranteed by the United Nations High Commissioner for Refugees, to another European country that declares itself available to receive them.

4 ) Monitoring the procedures for international protection and reception systems in Greece and other countries, such as Cyprus, Malta and Italy, which at this time are particularly exposed to the arrival of a very large number of refugees (not only Syrians), in order to verify compliance with the procedures and standards set by the Directives and Regulations of the European Union.

Finally, what is needed is an evaluation of the immediate operational capabilities of EASO, based in Malta, still in the start-up phase, and a review of the funding programs of the European Union to support the increased costs that the above-mentioned will have to bear to effectively harmonize the practices applied in the different states of the Union, in order to achieve: a mutual recognition of decisions on international protection status; a greater respect for the needs of family reunification not yet satisfied by the Dublin Regulation III; and, more generally, an effective freedom of movement in the Schengen area for holders of an international protection status.

FIRST SIGNATORIES:

 

LasciateCIEntrare, Association Européenne pour la Défense des Droits de l’Homme (AEDH), European Civic Forum (ECF), SOLIDAR, CIPSI, Asociatia Pro Democratia, Coalizione italiana per le libertà e i diritti civili (CILD), Forum Italiano sulla Disabilità (FID) – Italian Disability Forum.

 

If you are interested to support this call, please send your name or association to this mail adress: info@lasciatecientrare.it

Ufficio stampa

Solidarietà e Cooperazione CIPSI è un coordinamento nazionale, nato nel 1985, che associa oltre 40 organizzazioni non governative di sviluppo (ONGs) ed associazioni che operano nel settore della solidarietà e della cooperazione internazionale. Solidarietà e Cooperazione CIPSI è nato con la finalità di coordinare e promuovere, in totale indipendenza da qualsiasi schieramento politico e confessionale, Campagne nazionali di sensibilizzazione, iniziative di solidarietà e progetti basati su un approccio di partenariato. opera come strumento di coordinamento politico culturale e progettuale, con l’obiettivo di promuovere una nuova cultura della solidarietà.