Il Cie continua a uccidere! Reda Mohamed, morto nel Cie di Bari il 7 febbraio…
REDA MOHAMED, EGIZIANO, NATO l’08 NOVEMBRE 1988.
MORTO NEL CIE DI BARI IL 7 FEBBRAIO 2015.
IL CIE CONTINUA AD UCCIDERE. NEL SILENZIO DI TUTTI.
Agosto 2013, Moustapha Anaki, 31 anni, originario del Marocco muore per un non meglio specificato “malore”, poi definito arresto cardiocircolatorio, nel CIE di Crotone. Inchiesta mai aperta.
Il CIE di Crotone è stato chiuso.
Agosto 2013, CIE di Gradisca: alla fine del Ramadam scoppia una protesta “pacifica” nel senso che i migranti salgono sul tetto, per dimostrare contro il regime carcerario e la violazione dei diritti umani delle quali sono vittime per un procedimento amministrativo. La protesta viene “sedata” dalle forze dell’ordine con lanci di lacrimogeni. Majid El Kodra era sul tetto, cade, entra in coma. Muore il 30 aprile 2014. La campagna LasciateCIEntrare presenta insieme a numerose associazioni e parlamentari un esposto in cinque procure della repubblica. Sono venti le copie degli esposti depositati. Ad oggi ancora nessuna notizia dell’apertura delle indagini.
Il CIE di Gradisca viene chiuso.
Ieri, 7 febbraio 2015 Reda Mohamed muore nel CIE di Bari. La versione diffusa è di arresto cardiocircolatorio irreversibile. E’ in corso un procedimento tra il Tribunale di Bari ed il Ministero dell’Interno per la chiusura del CIE. Iniziativa promossa da un’azione legale di avvocati, regione e Comune parti civili.
Il CIE di Bari doveva essere chiuso.
Di IRREVERSIBILE ci sono solo le morti, e gli abusi, di cui nessuno, a quanto pare, sarà mai RESPONSABILE.
#MAIPIU’CIE
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