Minerali clandestini, calendario 2015: offerta a solo 4 euro! Approfittate!
Occasione unica, offerta speciale: dal 28 gennaio 2015 e fino a fine febbraio il calendario si può ordinare con uno sconto speciale, a soli 4 euro compresa la spedizione! Approfittate, è uno strumento di solidarietà!
Rivista Solidarietà internazionale: è uscito il n. 5/2014 – In questo numero: Calendario fotografico 2015 sui MINERALI CLANDESTINI, Campagna per la tracciabilità. Prenota la tua copia!
Solidarietà e Cooperazione Cipsi e ChiAma l’Africa hanno deciso di realizzare il Calendario 2015 illustrato con fotografie che sarà anche l’occasione del lancio di “Minerali clandestini – Campagna per la tracciabilità”, con una linea editoriale di articoli dedicati alla Campagna.
“Minerali clandestini, Campagna per la tracciabilità”: la Repubblica Democratica del Congo (RDC) fa gola perché vi sono molte miniere di coltan, oro, diamanti, rame, … Il coltan è impiegato in cellulari, computer e prodotti di elettronica di consumo. A causa delle estrazioni di coltan la popolazione ha visto espropriate le proprie terre. Gli introiti delle miniere hanno finanziato la guerra. Gli impatti ambientali sono stati gravissimi. Le imprese multinazionali esportano clandestinamente i minerali, per poi utilizzarli sul mercato, soprattutto per cellulari, computer… È quindi indispensabile la tracciabilità dei minerali, per evitare che si utilizzi minerali e coltan insanguinato dalle guerre per estrarlo dalle miniere. Con questo calendario per l’anno 2015, desideriamo presentare la campagna e fornire una guida sui minerali, il coltan, e la guerra in atto nella R.D. del Congo. E presentare le nostre proposte per iniziative concrete che realizzano i propositi e le azioni della campagna.
Le fotografie sono di Erberto Zani, fotoreporter vincitore di diversi premi fotografici internazionali, ha vinto molti premi negli ultimi anni, e che ha realizzato due fotoreportage di 36 e 24 fotografie direttamente in R.D. Congo: “La guerra dei minerali” e “Aspettando l’ultimo assalto”.
Il Calendario è uno strumento di lavoro monografico a tutto campo, anche nel settore educativo, per un cambiamento politico e culturale, fondamentale per realizzare concretamente “la tracciabilità dei minerali”. Invitiamo tutti – promotori, associazioni, istituzioni, militanti, educatori, giovani, giornalisti, lettori ecc. – a ordinarne copie per diffondere la campagna e partecipare e sostenere questo importante progetto, che può essere uno strumento di lavoro che ci accompagni durante tutto l’anno.
Prenota la tua copia!
Sono pubblicati i seguenti articoli:
Minerali clandestini. Campagna per la tracciabilità, di Eugenio Melandri.
Un calendario entra nelle case. È testimone, passo dopo passo, della vita di ognuno di noi. Si incontra e si scontra con le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce che fanno parte del nostro bagaglio quotidiano. Per noi vuole essere un piccolo strumento di comunicazione e di solidarietà nei confronti dei nostri lettori e amici. Una sorta di “mettersi accanto” ad ognuno di loro. Testimoniando il tempo che passa, la storia che cammina. Ma questo calendario vuole essere anche un richiamo forte alla solidarietà. Con la trasformazione del Mediterraneo in un enorme cimitero a cielo aperto. Lo confermano le misure di sicurezza straordinarie che i nostri paesi stanno cercando di attuare per difendersi da forme di terrorismo che arrivano da gruppi sempre più estremisti. L’instabilità nel sud del Mediterraneo e nel Medio Oriente ci riguarda. Tocca e condiziona le nostre esistenze. Il Medio Oriente o ogni altro focolaio di crisi e di ingiustizia.
Un anno in casa vostra
Tra “I Care” e “a me che importa”
In balia dei mercati
Minerali clandestini
Tracciabilità perché, di Guido Barbera
Da alcuni anni un numero della rivista è presentato come Calendario. Uno strumento che speriamo vi possa accompagnare, giorno dopo giorno, nella riflessione e nella vita quotidiana. Perché no? Viviamo oramai nell’elettronica: tra cellulari, iPad, computer, televisione, strumenti che condizionano interamente il nostro modo di pensare e di vivere. Strumenti che, per essere costruiti, sono causa di conflitti, violenze, ingiustizie, morte! Per questo abbiamo pensato di aprire con il calendario 2015, un’altra grande campagna, che il CIPSI e Chiama l’Africa intendono realizzare sulla tracciabilità dei minerali, a partire dal coltan.
Coltan insanguinato, di Gianni Alioti
L’evoluzione in corso in Africa spesso dipende dalle imprese transnazionali, che controllano le risorse nazionali, e non sempre rispettano i diritti umani, la tutela dell’ambiente e i diritti all’utilizzo delle risorse da parte degli abitanti del territorio in cui si trovano. La Repubblica Democratica del Congo (RDC) fa gola perché vi sono molte miniere di coltan, oro, diamanti, stagno, carbone, ferro, cobalto, zinco, piombo, rame, manganese. È necessaria una nuova legislazione internazionale, europea, per evitare che l’esportazione di minerali alimenti la guerra e l’instabilità del Kivu. Per coltan, tungsteno, stagno e oro sarebbe utile una normativa che vieta alle imprese di tutto il mondo di importare o utilizzare minerali provenienti dalle zone di guerra in Congo, che non abbiano garanzia e certificazione di provenienza.
Il coltan e la guerra
I conflitti minerari
Le aziende coinvolte
Africa, la sfida per le risorse, di Domenico Quirico
Le guerre africane: ogni volta che proviamo a raccontarle si impossessa di te una sorta di assenza, di letargia inquieta. Forse è impossibile narrarle: non ci sono fronti, avanzate, ritirate. Nessuno tra i combattenti è quello che racconta di essere. I ribelli non sono rivoluzionari ma banditi, i governativi hanno le uniformi ma si battono non per idee astratte o per la paga che non c’è, ma per il bottino, le donne da violare, l’etnia nemica da sradicare. Negli spazi pesticciati e pieni di lordura delle città, lungo le colate di lava uscite dalla rabbia periodica dei vulcani, milioni di essere umani attendono folli di paura, il loro destino, respirando ogni giorno l’odore della morte.
Una legge sulla tracciabilità, di John Mpaliza Balagizi
Ho deciso di camminare, di marciare, per denunciare gli otto milioni di morti per il coltan nel mio paese, per gli abitanti della Repubblica Democratica del Congo che sono esausti, provati da una guerra senza fine, repressi da gruppi ribelli armati che stuprano e uccidono per impossessarsi delle ricchezze naturali e minerarie della loro terra.
La guerra del Congo è silenziosa, di bassa intensità. Quindi la gente in occidente non ne sa nulla. È una guerra economica, non è vero che sia etnica, come alcuni dicono. Ecco: il motivo vero è lo sfruttamento illegale dei minerali e in particolare il coltan, che tutti in occidente abbiamo. Tutto ciò che è elettronica oggi ha un coltan insanguinato, perché porta con sé otto milioni di morti.
Il silenzio dei media
L’inutile presenza dell’ONU
Una legge sulla tracciabilità
Il coltan nell’Europa vigliacca, di Francesco Gesualdi
Solitamente il minerale estratto in Congo è esportato di contrabbando in Rwanda, Uganda, Kenya.
Dai cellulari alle cellule fotovoltaiche,dalle telecamere ai computer, senza di lui nessun congegno informatico potrebbe funzionare. Ancora una volta l’Europa gioca al ribasso e posta di frontealla scelta se difendere la dignità della persona o gli affari delleimprese, sceglie quest’ultimi confermando che in Europa il vero potere è in mano alle lobby.
La “Due Diligence”, di Monica Di Sisto
Quando andavamo a scuola, almeno quelli di noi con qualche anno in più, un vero tormentone che subivamo dai nostri insegnanti riguardava la diligenza. “È intelligente, ma non è diligente”, ci dicevano guardando sconsolati quei quaderni vissuti e un po’ disordinati in cui la creatività aveva debordato tra righe e quadretti, che avrebbero dovuto, invece, dare una forma più prevedibile a pensieri e contenuti. Nel caso dei minerali di guerra, quella che organizzazioni internazionali come l’OCSE – il “club” dei Paesi industrializzati – e le Nazioni Unite intendono per “due diligence”, in italiano “diligenza ragionevole” è il processo attraverso cui le imprese si dovrebbero accertare di non fare commercio di minerali causa di conflitti. Come si raggiunge, dunque, un livello ragionevole di diligenza nel verificare che le proprie attività non siano causa, magari dall’altra parte del Pianeta, di centinaia di migliaia di vittime?
Nel tuo cellulare c’è la guerra, di Monica Di Sisto
Quando guardi il tuo telefono perché ti scatti un selfie, guardi la foto di un tuo amico, partecipi a un social, giochi o più, banalmente, fai una chiamata abbastanza urgente, c’è una cosa che non vedi. Non vedi che dentro al tuo telefono, al tuo Ipad, al tuo computer, fondamentale per il tuo lavoro e la tua vita quotidiana, c’è una guerra. Anzi tante guerre. Non le vedi perché forse non sai che per far funzionare tutti i tuoi gadget c’è bisogno del tantalio, della cassiterite, della wolframite: minerali sconosciuti, nascosti nei loro chip e nei loro componenti, che arrivano da zone di aspri conflitti armati, e ne sono essenzialmente le cause dirette. Forse non sai, ad esempio, che oltre il 60% dei giacimenti planetari di coltan, minerale dal quale si estrae il tantalio, ad esempio, sta in Repubblica Democratica del Congo, ed è considerato la causa diretta dell’ultradecennale conflitto in corso.
A che punto siamo, di Donata Frigerio
Lo scorso 5 marzo 2014, l’Alto Rappresentante per gli affari esteri e per la Politica di sicurezza dell’Unione Europea, Catherine Ashton, e il Commissario europeo per il Commercio, Karel De Gucht, hanno proposto una strategia europea per bloccare, mediante un apposito regolamento, i guadagni illegali causati dallo sfruttamento delle miniere in zone di conflitto e probabilmente destinati a finanziare l’acquisto di armamenti. Bisogna ridurre la possibilità che i gruppi armati ricorrano al commercio illegale di minerali e oro in zone di conflitto.
La proposta di legge europea
La posizione di Eurac
Le azioni e le leggi in USA
Le azioni della CIRGL per i Grandi Laghi
Campagna per la tracciabilità: COSA POSSIAMO FARE, APPUNTI DI VIAGGIO
A questo punto siamo personalmente coinvolti. Perché – nei fatti – attraverso l’uso e il consumo di strumenti, diventiamo complici di crimini e tragedie. Qui di seguito vogliamo suggerire alcune azioni e comportamenti e alcune linee di lavoro della campagna che stiamo lanciando. Ma si tratta di “appunti di viaggio” non definitivi.
Il consumo critico e responsabile
Comprare solo quando è necessario
Il riciclo dell’usato
Scegliere i prodotti che siano il più possibile certificati
Azione di lobby per chiedere ai produttori l’utilizzo di materiale “etico”
Lobby politica
Stare dalla parte delle vittime
Invitiamo tutti – promotori, associazioni, istituzioni, militanti, educatori, giovani, giornalisti, lettori ecc. – a ordinarne copie per diffondere la campagna e partecipare e sostenere questo importante progetto, che può essere uno strumento di lavoro che ci accompagni durante tutto l’anno.
Prenota la tua copia!
> 1-5 calendari 8 € a copia
> 6-20 calendari 7 € a copia
> 21-100 calendari 5 € a copia
> 101-500 calendari 4 € a copia
Ai costi devono essere aggiunte le spese di spedizione. Per quantitativi superiori o altri tipi di personalizzazione potete contattarci.
PRESENTAZIONE IN ANTEPRIMA: Il calendario sarà presentato in anteprima a Ferrara sabato 4 ottobre 2014 alle ore 16, in concomitanza con il Festival del settimanale Internazionale e della fiera nazionale del commercio equo, Tuttaunaltracosa, presso l’Università degli Studi di Ferrara, Aula 1 del Dipartimento di Giurisprudenza, in Corso Ercole I D’Este 37. Nel corso di una conferenza: MINERALI CLANDESTINI: UN PROGETTO DI LEGGE EUROPEA PER LA TRACCIABILITA’ DEI MINERALI, con laproiezione del video “i minatori non hanno buone miniere” di 3Tamis Bukavu – Rd Congo in collaborazione con Oxfam Belgio, in presenza dell’autore. Relatori: Frank Mweze – (3Tamis) Bukavu RDCongo; Eugenio Melandri (Chiama l’Africa); Monica Di Sisto (Fairwatch).
www.facebook.com/mineraliclandestini .
Informazioni e ordini: Web cipsi.it – Mail: ufficiostampa@cipsi.it; Tel. 06 54 14 894 – Fax 06.59.600.533 – cel. durante la chiusura degli uffici 329.0810937
Ufficio Stampa Cipsi: Nicola Perrone, ufficio stampa@cipsi.it – cel. 329.0810937