venerdì, Novembre 22, 2024
Notizie dal mondo

Marcia della Pace a Bogotà ed Expo a Milano

Marcia della pace a Bogotà ed Expo di Milano

di Cristiano Morsolin

lainfo.es-32299-marcha-colombia-300x168

“La pace in Colombia e’ una rivoluzione del secolo XXI, profondamente culturale, democratica e pacifica e per ottenerla bisogna porre fine alla segregazione sociale”.

Con que­ste parole, il sindaco di Bogota’ Gustavo Petro ha aperto ieri, in Colombia, la grande mar­cia per la pace e la soli­da­rietà con le vit­time del conflitto armato che ha raccolto un’oceanica folla di mezzo milione di persone.

Ana­lo­ghe mani­fe­sta­zioni in soste­gno ai dia­lo­ghi fra governo colombiano e guerri­glie,  si sono svolte in diverse altre parti d’Europa e del mondo: per soste­nere le piat­ta­forme comuni elaborate dai movi­menti sociali, per sostenere l’accordo tra il Presidente della Repubblica Santos e vari settori della societa’ civile colombiana e anche settori progressisti con la leadership del Sindaco Petro e il progetto di cambiamento “Bogota’ Umana”, tutti impe­gnati nel por­tare a solu­zione poli­tica il con­flitto sociale e armato, che dura da oltre cinquant’anni.

Una set­ti­mana di ini­zia­tive cul­tu­rali ha prepa­rato l’evento con il Congresso Mondiale dell’arte e della Pace – promosso dal sindaco Petro, a cui ha mandato un messaggio anche l’ex pre­si­dente uru­gua­yano Pepe Mujica dove ha sottolineato che “dobbiamo sperimentare tutte le possibilita’ di accordi per ottenere una vera pace in Colombia, pace che si fonda sulla giustizia sociale, la felicita’ dei popoli”.

Va ricordato che all’inizio del 2014 la Unidad de Victimas, un Ente governativo di attenzione e risarcimento delle vittime, ha aggiornato ufficialmente la cifra delle vittime a causa del conflitto armato colombiano, che tocca il terrificante numero di 6.043.473.

Nel 2021 lo Stato, in base alla legge 1448 del 2011, dovrebbe adempiere al totale risarcimento delle vittime e al loro coinvolgimento nel processo di riconciliazione nazionale, come risultato della gestione effettiva e coordinata dell’ Unidad de Victimas con gli altri attori del Sistema.

Ci sono però anche migliaia di persone che hanno sofferto di tutti gli altri crimini di guerra: più di 130.000 persone minacciate, circa 75.000 persone che hanno perso i propri beni mobili o immobili, più di 90.000 persone scomparse, più di 21.000 persone sequestrate, quasi 55.000 vittime per atti terroristici, circa 95.000 omicidi e più di 540.000 persone colpite per l’assassinio di una persona cara, 10.500 vittime per essere saltate sopra mine antiuomo, 6.500 casi di tortura, quasi 7.000 casi di reclutamento forzoso di bambini e 4.000 casi di violenze sessuali compongono la radiografia delle torture che ha compilato la Unidad de Victimas.

 

EXPO: Il discorso del Presidente Mattarella analizzato dalle periferie della Regione Andina

“Il sistema Paese deve essere consapevole di avere, con l’opportunità rappresentata dall’Esposizione Universale 2015, la possibilità di misurare se stesso, sul piano della elaborazione di idee e sul piano delle capacità realizzative”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un discorso dedicato all’Expo 2015 a Firenze, sabato 28 marzo.

Secondo il presidente della Repubblica, “La coesione del sistema istituzionale, politico e imprenditoriale. L’espressione compiuta di energie presenti nella nostra società e in grado di coordinarsi intorno ad un progetto multidisciplinare. La capacità della Pubblica amministrazione di operare, con tenacia e trasparenza, contro i tentativi di inquinamento e corruttela. La conferma che non servono generiche esortazioni, quanto, piuttosto, la mobilitazione ostinata e perseverante delle risorse della società italiana.  L’ascolto delle ragioni degli attori presenti sulla scena internazionale su materie tanto sensibili come il cibo e l’alimentazione. L’attenzione alle ragioni di tutti gli stakeholders interessati: dalle popolazioni indigene delle zone umide, a quelle colpite dalla siccità nel Sahel; dal ruolo dei movimenti contadini dei senza terra, alle innovazioni di cui sono portatrici le grandi multinazionali, alle attività dei centri di ricerca. Il diritto al cibo collegato all’utilizzo di risorse rinnovabili e sostenibili. L’incontro rispettoso tra livelli di sviluppo diversi delle comunità e nei rapporti di scambio tra produttori e consumatori» (http://www.leggo.it/NEWS/MILANO/mattarella_terra_fuochi_emblema_degrado_expo/notizie/1265250.shtml ).

Questo messaggio mi risuona mentre ascolto Padre Giulio Albanese (il mio primo direttore nel 2000 quando collaboravo a MISNA)intervistato da Bianca Berlinguer su RAI 3; ho appena trascorso la giornata a Bosa, periferia sud di Bogota’ (Colombia), quel sud degredato dalla violenza e dalla segregazione ma anche dal reclutamento forzato dei bambini-soldato da parte dei gruppi armati che dimostrano che la Colombia non e’ ancora uscita da una guerra che si trascina da mezzo secolo.

Lavoro con un gruppo di bambini/e e adolescenti desplazados (rifugiati interni, sradicati dai loro territori di provenienza per il conflitto armato) sul tema Buen Vivir e diritti nell’ambito del progetto Escuela Viajera (Scuola Viaggiante la traduzione) che ho fondato nel 2008,  questa proposta pedagogica di cittadinanza attiva, tra vicoli, strade non asfaltate, le baracche di questa metropoli di 8 milioni di abitanti, qui il bus non arriva, con la pioggia di questo periodo, e’ tutta una montagna di fango.

Il Presidente Mattarella dovrebbe ascoltare le storie, le violazioni, la resistenza dei bambini/e e adolescenti dei settori popolari che scappano dalle loro finche (aziende agricoli), dalle migliori terre della Colombia dove la campagna matiene un’identita’ di Buen Vivir, di crescita armoniosa nel rispetto della Madre Terra, la Pachamama, in lingua indigena quechua.

Riconoscimento delle organizzazioni popolari nella lotta contro la segregazione

 

Ho appena pubblicato il libro “En la periferia de la Copa del Mundo. Propuestas para enfrentar el apartheid de la segregación urbana y defender el derecho a la ciudad en Latinoamérica” (edizioni Antropos, Bogota – marzo 2015).

Se l’informalità ha avuto nel tempo una sua declinazione prevalente negli aspetti fisici, è emersa da varie esperienze raccolte nel libro, un’accezione più antropologica e culturale. Questa è riferita soprattutto alle dinamiche e agli spazi di dialogo tra istituzioni e attori che non hanno un riconoscimento formale, ma che divengono accreditati per la loro capacità di interagire a nome delle comunità di cui rappresentano diritti e forme organizzative, che trasgrediscono i tradizionali sistemi istituzionali.

Il riconoscimento di questi attori diviene decisivo per comprendere i bisogni e per impostare le nuove politiche urbane nei quartieri marginali e informali, ribaltando i procedimenti tradizionali a favore di un pieno riconoscimento dei protagonisti dell’urbanizzazione irregolare, attribuendo loro un ruolo fondamentale nella costruzione delle strategie d’intervento.

 

Su questi temi ho appena scritto un’articolo pubblicato da UNIMONDO (http://www.unimondo.org/Notizie/EXPO-Il-discorso-di-Mattarella-analizzato-dalle-periferie-della-Regione-Andina-150262  )

 

Interdipendenza NORD-SUD

 

La ricerca di una pace fondata sulla giustizia sociale e sulla lotta alle mafie in Colombia e’ legata all’interdipendenza dei popoli per costruire nuove relazioni orizzontali tra Nord e Sud del Mondo.

Su questi temi ho appena potuto intervistare  Elly Schlein, giovane Deputata europea del PD – PSE (http://www.ellyschlein.it  ) che oggi a Milano a Palazzo Marino partecipa al convegno internazionale “Le infiltrazioni delle mafie nell’economia legale: mafie senza confini” organizzato nell’ambito del progetto Icaro, con Jole Garuti, Nando Dalla Chiesa, Umberto Postiglione, Stefania Pellegrini, Vincenzo Moriello.

 

L’eurodeputata Elly mi racconta: “Al convegno sui beni confiscati e le infiltrazioni delle mafie nell’economia legale parla ora la prof.ssa Stefania Pellegrini dell’Unibo. Per me è come fare un tuffo indietro di 10 anni, al primo anno di giurisprudenza, quando frequentare i suoi seminari su mafie ed antimafia ha acceso in me e tantissimi di noi studenti un interesse e una passione profonda per questi temi, che ancora ci guida. E mi fa un certo effetto ascoltarla oggi da Copresidente dell’Intergruppo su Integrità, Corruzione e Criminalità organizzata al Parlamento europeo, sapendo che in fondo è in gran parte colpa sua. E che come me tanti altri hanno coltivato quegli insegnamenti e portano avanti le battaglie per la legalità e contro le mafie nel loro lavoro di ogni giorno”.

 

Ho letto vari interventi di Schlein su VITA e trovo molto interessante il suo discorso nella lotta contro le diseguaglianze sociali come chiavi interpretative della cooperazione internazionale.

 

L’eurodeputata Elly sottolinea che “Come gruppo S&D e PD, abbiamo posto grande enfasi sui diritti umani, che devono essere al centro del nuovo framework, insistendo sul principio di non discriminazione e sull’attenzione ai soggetti più vulnerabili, così come sulle minoranze, sulla comunità LGTBI e sulle persone con disabilità. Abbiamo voluto enfatizzare l’importanza di una nuova partnership globale, sottolineando l’universalità dei nuovi obiettivi, la vera novità e la vera sfida per i prossimi anni: non più un’agenda destinata ai paesi in via di sviluppo ma obiettivi condivisi che valgano per tutti gli stati, compresi quelli dell’Unione. Abbiamo messo al centro il ruolo guida che l’Unione Europea dovrà avere durante le future negoziazioni, e che potrà svolgere in modo tanto più incisivo quanto più sarà in grado di esprimersi con una voce sola, unitaria e forte.

 

Abbiamo voluto che allo stesso livello dello sradicamento della povertà e dello sviluppo sostenibile, la lotta a tutte le disuguaglianze diventasse priorità assoluta della nuova agenda. L’Europa può e deve farsi carico di promuovere una lotta serrata alle disuguaglianze su scala globale, dando anche l’esempio. Disuguaglianze che sono incredibilmente aumentate sia entro gli stati che tra gli stati, e a cui si ricollegano molte delle grandi sfide che affrontiamo quotidianamente in via emergenziale, come i flussi migratori. È importante insistere sulle diseguaglianze anche perché una delle criticità dei precedenti Millennium Goals (Obiettivi del Millennio, ndr) è che nonostante dei progressi siano stati fatti, la loro distribuzione è stata ineguale tra le diverse fasce sociali “(http://www.vita.it/it/article/2014/11/26/lue-e-la-cooperazione-allo-sviluppo-nellera-globale-parla-elly-schlein/128570/  ).

 

 

AUTORE

Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, autore di vari libri. Analizza il legame tra diritti umani, movimenti sociali e politiche emancipatorie.

INFO: https://diversidadenmovimiento.wordpress.com/

 

10.04.2015

Ufficio stampa

Solidarietà e Cooperazione CIPSI è un coordinamento nazionale, nato nel 1985, che associa oltre 40 organizzazioni non governative di sviluppo (ONGs) ed associazioni che operano nel settore della solidarietà e della cooperazione internazionale. Solidarietà e Cooperazione CIPSI è nato con la finalità di coordinare e promuovere, in totale indipendenza da qualsiasi schieramento politico e confessionale, Campagne nazionali di sensibilizzazione, iniziative di solidarietà e progetti basati su un approccio di partenariato. opera come strumento di coordinamento politico culturale e progettuale, con l’obiettivo di promuovere una nuova cultura della solidarietà.