mercoledì, Novembre 6, 2024
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Vittoria! Minerali insanguinati dall’Africa, Parlamento Ue dà il via libera alla tracciabilità

Minerali insanguinati dall’Africa, Parlamento Ue dà il via libera alla tracciabilità.

L’Europa fa un primo passo importante verso la tracciabilità dei minerali provenienti dall’Africa e utilizzati nell’industria dell’alta tecnologia, per fare in modo che i prodotti venduti sul mercato europeo smettano di finanziare indirettamente guerre o milizie armate come nel caso della regione del Kivu nel Congo-Rdc orientale. In un futuro si spera non troppo lontano gli importatori europei di stagno, tantalio, tungsteno e oro per la produzione di beni di consumo dovrebbero essere obbligati a ricevere la certificazione Ue per garantire che non alimentino conflitti e violazioni dei diritti umani nelle zone di guerra. È quanto prevede un testo approvato oggi dal Parlamento europeo con 402 voti favorevoli, 118 contrari e 171 astensioni.

Con il voto di oggi il Parlamento europeo ha deciso di riavviare il negoziato con la Commissione e il Consiglio europeo sui cosiddetti “minerali insanguinati”. Gli eurodeputati hanno anche approvato un emendamento alla proposta della Commissione europea che introduce la tracciabilità obbligatoria per le 800 mila imprese dell’Unione europea che utilizzano questi minerali per la fabbricazione dei loro prodotti. Le imprese in questione dovranno informare su tutte le misure prese per identificare e risolvere i rischi connessi alla loro catena di approvvigionamento.

Una decisione assunta dopo l’approvazione di un emendamento di Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D), approvato anche da una parte dei liberali, che in pratica prevede la tracciabilità obbligatoria dei minerali legati alle aree di conflitto. A questo punto, ripartirà il dialogo con le altre istituzioni di Bruxelles su un nuovo testo, ma, dopo questo voto, su una base di partenza più avanzata, a favore dell’obbligo di tracciabilità.

Esulta Gianni Pittella, presidente dell’eurogruppo S&D. “Quando è passato in Aula l’emendamento sull’obbligo della tracciabilità ho provato una delle più grandi emozioni da quando sono europarlamentare, dal ’99”. Secondo Pittella, si tratta di “una grande vittoria della coscienza”, di tutti gli eurodeputati. “Oggi era in gioco la credibilità del Parlamento: non si trattava di una battaglia partitica, ma uno scontro su quali rapporti devono legare l’Europa all’Africa. Un voto strettamente legato al tema dell’immigrazione: non è possibile battersi per ridurre i flussi e poi, quando ci si trova a votare una misura a favore di queste popolazioni martoriate, non prendere decisioni conseguenti”.

Pittella da settimane ha preso a cuore la tragedia di Paesi come il Congo, dove il settore estrattivo di preziosi minerali necessari all’industria dell’alta tecnologia è in mano a sanguinose milizie militari. “Quando siamo stati lì abbiamo visto con i nostri occhi come i soldi delle miniere finanziano i signori della guerra, chi uccide, stupra e arruola bambini soldato. Ora abbiamo stabilito che il Parlamento è a favore della tracciabilità completa di tutta la filiera. Ovviamente – sottolinea Pittella – si tratta della vittoria di partenza, senza la quale la nostra battaglia sarebbe stata subito persa.
Ora parte il confronto con il Consiglio e la Commissione. E faccio appello a tutti i governi perché diano un esempio di coerenza. Mi auguro che scatti la pulsione di difendere gli interessi delle popolazioni e non quelli delle multinazionali”.

Inoltre, poiché le fonderie di metallo e le raffinerie d’oro rappresentano l’ultimo stadio in cui l’origine dei minerali può essere effettivamente tracciata, gli eurodeputati propongono che queste siano sottoposte a un audit obbligatorio, svolto da soggetti terzi e indipendenti, per controllare se applicano le regole del “dovere di diligenza”.

Il progetto di legge copre tutte le “aree affette da conflitto e ad alto rischio” come quelle in uno stato di conflitto armato, con violenza diffusa, il collasso delle infrastrutture civili, le aree fragili post-conflitto e le aree con governi e sicurezza deboli o inesistenti, caratterizzate da “violazioni diffuse e sistematiche dei diritti umani”, fra cui la Repubblica Democratica del Congo e la regione dei Grandi Laghi. Dopo il voto di oggi del Parlamento europeo, toccherà agli Stati membri esprimere la propria posizione, per poi avviare i negoziati fra Commissione e Consiglio.

 

Fonte: Huffinghton Post

Ufficio stampa

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