Presentato il Rapporto immigrazione e imprenditoria 2016
Per il terzo anno consecutivo, il Rapporto Immigrazione e Imprenditoria curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS fotografa e analizza il mondo dell’imprenditorialità immigrata in Italia per evidenziarne le specificità, coglierne le linee di evoluzione e, quindi, contribuire a delineare le strategie di intervento più adeguate a valorizzarne l’apporto.
Secondo l’Indagine sulle Forze Lavoro di Eurostat, a fine 2015, escludendo il settore agricolo, i lavoratori autonomi stranieri nell’Ue-28 sono aumentati del 52,6% rispetto a dieci anni prima, e rappresentano il 6,3% di tutti gli autonomi complessivamente attivi nell’Ue. Sono più di 550mila le aziende a guida immigrata registrate in Italia alla fine del 2015, il 9,1% del totale, e producono 96 miliardi di euro di valore aggiunto, il 6,7% della ricchezza complessiva. È netto il protagonismo delle ditte individuali: 8 casi su 10. Il commercio, in continuo aumento, rappresenta il principale ambito di attività; segue, seppure fortemente provata dalla crisi, l’edilizia. Notevole è anche il comparto manifatturiero, caratterizzato, come l’edilizia, da una forte dimensione artigiana. Sono artigiane, infatti, oltre 4 imprese edili immigrate su 5 (83,2%) e oltre 2 su 3 di quelle manifatturiere (68,4%). Ma cresce soprattutto la partecipazione nei servizi. Dai dati di Unioncamere, risulta che alla già consolidata presenza immigrata tra imbianchini e carpentieri o nel trasporto merci e nella confezione di abbigliamento, si affianca una crescente partecipazione alle aziende (per lo più individuali) che nella sartoria, nel giardinaggio, nelle pulizie, come pure nella panetteria o nella ristorazione take away.
Più in generale, si affermano le attività di alloggio e ristorazione (41mila, 7,5%) e i servizi alle imprese (29mila, 5,3%). I dati Sixtema/Cna sui responsabili di imprese individuali confermano il protagonismo di specifici gruppi nazionali. I più numerosi sono i marocchini (14,9%), seguiti da cinesi (11,1%) e romeni (10,8%) e, quindi, da albanesi (7,0%), bangladesi (6,5%) e senegalesi (4,4%): sei collettività che, da sole, ne raccolgono più della metà del totale (54,7%).
Questi dati, selezionati tra quelli presentati nel Rapporto, consentono di concludere, con il Sottosegretario Luigi Bobba, che è possibile passare dall’imponente crescita dell’imprenditorialità immigrata a una fase di piena maturità, con grande beneficio per il “Sistema Italia”. Una fase che includa non solo l’aumento delle imprese, ma anche la crescita dell’innovazione e della dimensione transnazionale. La stabilità del soggiorno, come ha evidenziato una indagine dell’Ocse, favorisce questo sviluppo.
Centro Studi e Ricerche IDOS/Immigrazione Dossier Statistico
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