Racconti dal Medio Oriente. È uscito il n. 2/2017 della rivista Solidarietà internazionale
È uscito il n. 2/2017 della rivista Solidarietà internazionale. In questo numero…
La Copertina: Racconti dal Medio Oriente – Dossier Banning Poverty: L’Europa, una “Nuova Terra in comune”. Al di là dell’impoverimento e delle esclusioni.
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IN QUESTO NUMERO:
Editoriale: Tra prossimità e zone rosse.
Tutti i giornali del 26 marzo scorso hanno messo a confronto i due eventi che si sono tenuti in contemporanea a Roma e a Milano. A Roma, la celebrazione dei sessant’anni dei trattati di Roma che hanno dato origine all’Unione Europea. A Milano, la visita di papa Francesco; e tutti hanno evidenziato la grande differenza nel numero di persone che hanno partecipato. A Roma, per celebrare il trattato, poche migliaia di persone. A Milano invece oltre un milione di persone, per incontrare papa Francesco.
La copertina – Racconti dal Medio Oriente
a cura di Nicola Perrone
Tre volontarie italiane in Medio Oriente, redattrici di Solidarietà internazionale, ci hanno inviato un reportage da una zona del mondo complessa e in grande difficoltà. Dalla Palestina, una volontaria che preferisce mantenere l’anonimato e firmarsi con uno pseudonimo per motivi di sicurezza, ci racconta il lavoro nonviolento e quotidiano di Operazione Colomba, e le continue violazioni dei diritti umani da parte degli israeliani. Dalla Giordania, Eleonora Pochi, che è in medio Oriente per un progetto di ricerca sulle conseguenze psicosociali della guerra per i minori, racconta ciò che ha visto nei campi-profughi siriani e palestinesi, e informazioni di prima mano dallo Yemen. E Chiara Bottazzi presenta la vita dei bambini ombra, rifugiati in Libano, figli della guerra in Siria. Non è ideologia, sono fatti e racconti di tre italiane che hanno visto direttamente la violazione dei diritti umani nella vita quotidiana. I media e i politici ci raccontano tante cose, ma non queste che leggerete qui: chi è l’oppressore? Dove sta l’Italia e la comunità internazionale? Il loro silenzio è assordante: perché? Chi vende le armi? Quando e come ci sarà la pace in questa regione?
I. Tuwani (r)esiste.Tuwani, Palestina – Silenzio e fumo. Dobbiamo raggiungere in tempo la cima della collina per vedere i bambini che arrivano dal villaggio di Tuba, monitorare che la scorta militare li stia aspettando e che non ci siano guai con i coloni dell’avamposto.
II. Gaza Camp: tra i palestinesi di serie“B”, di Eleonora Pochi. È tangibile la negazione di diritti di base per questi palestinesi provenienti da Gaza, totalmente diversa la situazione per i milioni di palestinesi provenienti dalla Cisgiordania, che rappresentano la gran parte della popolazione in Giordana.
III. Rifugiati siriani, bambini e violenze, di Eleonora Pochi. Il caso di Fahed, padre di una fami- glia di nove persone, è emblematico: “Chiaramente il sussidio non ci basta – spiega ad una ong locale – abbiamo una spesa mensile di 150 dinari per l’affitto e poi il cibo, le medicazioni per mio figlio che ha perso una gamba in un bombardamento, le bollette”.
IV. Yemen: la storia di Amal, rifugiata in Giordania, di Eleonora Pochi. Per la prima volta nella storia recente del paese, sono state bombardate aree residenziali: “I bombardamenti hanno fatto parte della mia quotidianità – spiega Amal. Mentre andavo a lavoro, durante il giorno del mio compleanno, mentre dormivo.
V. Libano: i figli della guerra, di Chiara Bottazzi. Il Libano, stretto fra il conflitto che imperversa nella vicina nazione di Bashar al Assad e il nemico stato di Israele, si trova in una situazione di pericolosa impasse politica: già in- capace di gestire i suoi 5 milioni di abitanti, il castello di carte del magico mondo libanese rischia di crollare sotto il peso di un’emergenza umanitaria che dura da quasi 6 anni.
Banning Poverty 2018 – L’Europa, una “Nuova Terra in comune”. Al di là dell’impoverimento e delle esclusioni 1/6, a cura di Riccardo Petrella;
EUROPA. I diavoli non possono costruire il paradiso. 1. La visione politica dell’Unione europea nel contesto evolutivo mondiale 2. Il negozio Europa. Scenari 3. La priorità per un’altra Europa: liberare il divenire europeo dai mercanti della vita e dai signori del denaro.
Le rubriche di “Solidarietà internazionale”:
Le bombe italiane in Yemen, di Giorgio Beretta
Pochi ne parlano e quasi mai in prima pagina. Il conflitto dimenticato in Yemen sol- leva infatti troppe domande, e mette allo scoperto molti interessi. Non solo quelli dei “soliti noti” (Usa e Russia), ma anche degli stessi paesi europei. E soprattutto dell’Italia.
2018: fine dell’Europa? di Roberto Musacchio
Si sono visti a Malta e si sono accordati per fare del Mediterraneo un muro. Così i migranti destinati a morire lo faranno da una parte e non in “acque europee”. Ai muri di Trump l’Europa risponde coi muri nel Mediterraneo. Dopo il vergognoso accordo con la Turchia, quello altrettanto ignobile con la Libia conferma le pulsioni di morte di questa Europa.
Il corpo è sempre inviolabile, di Giancarla Codrignani
È stato stupro anche quello a danno del giovane Theo, francese magrebino sodomiz-zato dalla polizia con un bastone, operato e convalescente per 60 giorni.
Infanzia perduta in Palestina, di Luisa Morgantini
Immobilizzati, bendati, picchiati, colpevoli, torturati: sono i minori palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. I minori palestinesi, in modo sistematico, sono abusati, torturati, lasciati in isolamentio e usati anche come scudi umani dall’esercito israeliano.
A scuola di religione, di Brunetto Salvarani
Tema difficile, certo, ma ormai ineludibile. Impressiona la reticenza con cui, nel mondo cattolico, si affronta la situazione dell’ora di religione cattolica (in sigla IRC) nelle scuole italiane.
Giro di radar
Guatemala, “femminicidio di Stato”, di Remo Marcone. La strage di 41 ragazze tra i 13 e i 17 anni, in una istituzione statale deputata a educare e a proteggere i minori che vivono per strada e gli orfani. Il Governo ha costruito una struttura per 500 minorenni che ne conteneva oltre 700 e in condizioni subumane. Ragazze sottoposte a gravi e continue violazioni. Il racconto dal Guatemala di Gerardo Lutte di Amistrada…
Cosa c’è da nascondere nella Valle dell’Omo? di Luca Manes. La recente stretta repressiva da parte del governo è la prova che in Etiopia la democrazia è solo di facciata. Le tribù indigene della bassa Valle sono state scacciate con violenza dalle loro case ancestrali. La diga Gibe III, costruita dall’italiana Salini e inaugurata lo scorso dicembre, è una mega infrastruttura che distrugge un fragile ecosistema e mette a repentaglio la vita delle comunità.
Al centro del Mediterraneo, di Niccolò Rinaldi. Malta: il cammino dell’immigrato, la prova di dialogo fra Islam e Occidente, la crescita della popolazione al sud. Un davanzale di frontiera si è fatto Europa anche politicamente, e non prende le sembianze di un muro.
Sicurezza formato Duterte, di Laura Giallombardo. Il presidente Duterte ha posto al centro la lotta alla criminalità e alla droga. Secondo le statistiche della polizia, da luglio 2016 a gennaio 2017 sono state condotte oltre 40.000 operazioni antidroga, sono state uccise circa 7.000 persone. Si tratta di spacciatori, tossicodipendenti e persone colpite accidentalmente da poliziotti, ufficialmente per autodifesa, e da ignoti giustizieri. L’arresto della senatrice De Lima.
Se ascoltassimo le loro storie, di Maurizio Cei. Nomi, volti, storie, drammi. Da John a Dalila a Saif. Storie diverse che ci raccontato di persone come noi che hanno solo la voglia e il diritto di vivere. A volte per chi lavora all’interno delle istituzioni i migranti sono solo numeri, pacchi che possono essere spostati da un posto all’altro.
Un welfare di relazione, di Augusto Battaglia. Un’economia che concentra il potere e la ricchezza nelle mani di ristrette minoranze. Incertezza sul futuro, in particolare per le giovani generazioni. Il dramma di milioni di persone che non si rassegnano e cercano una via di fuga dalla povertà, dalla fame, dalle guerre. Il nuovo welfare dovrà essere di relazione.
Le social street, di Giulia Cerqueti. Sono strade di città e paesi i cui abitanti, attraverso un gruppo Facebook, si connettono, per poi incontrarsi dal vivo. L’obiettivo è quello di creare delle reti di relazioni disinteressate, recuperando un senso di comunità e gratuità.
Giovani che resistono, di Sofia Costanza. C’è una generazione che non si tira indietro. Una moltitudine che abita la precarietà come spazio quotidiano. Rivendicano diritti, vivono con slancio verso la vita e verso gli altri. Immaginano di poter costruire un’alternativa qui e ora, ma soprattutto insieme. Esistono realtà dove è possibile incontrare un grido di resistenza dell’umanità.
Agenda Onu 2030, di Rosario Lembo. 17 obiettivi da raggiungere ma con il limite politico della “libera adesione”. Una filosofia portante che si inchina al mercato. Beni e servizi concepiti come bisogni da soddisfare col mercato. La madre terra come oggetto di sfruttamento. L’incertezza dell’Europa e il posizionamento dell’Italia.
AOI – ASSOCIAZIONE DELLE ORGANIZZAZIONI ITALIANE DI SOLIDARIETÀ E COOPERAZIONE
L’Europa e la sfida solidale, di Silvia Stilli. 60anni dai Trattati di Roma, che istituirono il 25 marzo del 1957 la Comunità Economica Europea. Tutto è partito da lì: ma ancora oggi di Europa delle cittadine e dei cittadini, unita, inclusiva, democratica è difficile parlare.
A TU PER TU. Intervista a Luisa Morgantini: La politica fatta per strada, stando con gli ultimi, di Nathalie Alessio.
Le stava stretto il suo paese di origine in Valdossola. Circondato dalle montagne non le permetteva di vedere ciò che c’era oltre. Scoprire il mondo che stava al di là di quella catena di montagna. Anche il luogo e la famiglia dove è nata ha condizionato probabilmente tutta la sua vita.
MINORANZE. Beirut, che accoglie, di Michele Zanzucchi
Il Libano è una nazione in divenire. Il giornalista di L’Orient le jour, Fady Noun, mi introduce alla complessa realtà libanese rievocando le guerre nelle quali il Libano, unico esempio mediorientale di democrazia parlamentare multi religiosa, paese di immigrati e di emigranti, è stato trascinato.
E ancora: le segnalazioni e la bacheca con eventi, appuntamenti e consigli editoriali a cura di Anna Tatananni.
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La Campagna Dichiariamo Illegale la Povertà DIP – insieme all’Università del Bene Comune e alla rivista Solidarietà internazionale del Cipsi – ha pubblicato un libretto monografico contenente i post e i commenti apparsi sul sito della campagna Banning Poverty durante gli ultimi tre anni, a cura di Riccardo Petrella (www.banningpoverty.org). In sintesi appunti, analisi, riflessioni sulla lotta alla povertà dal 2014 al 2017. Il libretto è un argomentario a favore della lotta dei cittadini contro il furto della vita che è rappresentato dall’impoverimento.
Fino a non molto tempo fa la povertà era considerata come una malattia sociale naturale: ci sono sempre stati i poveri, ci sono i poveri e ci saranno sempre i poveri. In linea con questa credenza, la sola politica possibile, realista, era quella del soccorso, della carità, dell’aiuto a curarsi dalle conseguenze più deleterie e a «guarire» se possibile. Invece noi dell’iniziativa “Dichiariamo Illegale la povertà” DIP – Banning Poverty 2018, crediamo che sia necessario rimuovere le cause strutturali della povertà (www.banningpoverty.org). Vi invitiamo a ordinare copie del libretto!
Chi desidera ordinarne copie scriva a cipsi@cipsi.it
Libretto “La povertà è un furto”: Euro 6,00 (comprese spese di spedizione)
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