Save the Children denuncia gli abusi e lo sfruttamento dei bambini Rohingya

Migliaia di bambini Rohingya fuggiti in Bangladesh sono a forte rischio di abusi e sfruttamento a causa delle precarie condizioni in cui vivono in campi e insediamenti informali sovraffollati, dell’impossibilità di studiare e andare a scuola e del clima di disperazione diffuso tra la popolazione in fuga dal Myanmar.

Secondo Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, più di 450.000 bambini in età scolare appartenenti alla comunità Rohingya risultano attualmente tagliati fuori dall’educazione, e di conseguenza esclusi da uno dei principali meccanismi per assicurare la loro protezione. Tra loro anche 270.000 minori giunti in Bangladesh in seguito alle uccisioni e alle violenze scoppiate il 25 agosto scorso nel nord dello Stato del Rakhine, in Myanmar.

“Nei campi ci sono enormi preoccupazioni circa la protezione dei bambini. In tantissimi vagano affamati e disperati in aree affollate e caotiche dove potrebbe accade loro di tutto. Potremmo presto trovarci di fronte a un vero e proprio disastro. Bambini che hanno già vissuto sulla propria pelle esperienze alle quali nessun bambino al mondo dovrebbe assistere rischiano fortemente di essere vittime di varie forme di sfruttamento, come traffico, abusi sessuali e lavoro minorile”, ha affermato Filippo Ungaro, Direttore Comunicazione di Save the Children.

“Molte delle reti sociali che proteggevano i bambini in Myanmar non si sono ancora formate nei campi e questo contribuisce a porli a forte rischio. In questa situazione, uno dei modi più efficaci per proteggere i bambini è di riportarli a scuola, un luogo sicuro dove possono apprendere, beneficiare di sostegno psicologico e della promozione dell’igiene. In una crisi come quella in corso, l’educazione è incredibilmente importante per il futuro dei bambini”, ha proseguito Filippo Ungaro.

Tra le preoccupazioni principali che riguardano i bambini Rohingya in fuga in Bangladesh, figura l’alto numero di minori non accompagnati e separati dalle loro famiglie.

“Abbiamo già individuato più di 1.200 bambini che durante il caos della fuga sono rimasti separati dai propri genitori o che sono arrivati in Bangladesh da soli, spesso perché i loro familiari sono stati uccisi. I bambini che non hanno più nessuno che si possa prendere cura di loro sono i più vulnerabili e noi abbiamo il dovere di offrire loro la protezione di cui hanno bisogno. Crediamo che vi siano altre migliaia di minori in questa situazione”, ha dichiarato Filippo Ungaro.

Save the Children gestisce attualmente due spazi sicuri per i bambini Rohingya, offrendo assistenza h24 ai minori non accompagnati e separati mentre vengono portate avanti le operazioni per rintracciare le famiglie e riunirli ai propri genitori.

L’Organizzazione ha inoltre allestito Spazi a misura di bambino per favorire il benessere emozionale dei minori, è impegnata nella distribuzione di cibo, kit igienici e utensili da cucina e nella costruzione di latrine e realizza programmi di educazione per la prima infanzia. Attraverso i suoi programmi di educazione e la costruzione di oltre 1.100 spazi educativi temporanei, Save the Children prevede di raggiungere 185.000 bambini.

Cipsi

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