venerdì, Novembre 22, 2024
Notizie dal Cipsi

La strage di civili del 14 maggio 2018 nella Striscia di Gaza non può restare impunita.

Appello urgente al Primo Ministro Gentiloni e al Ministro degli Esteri Alfano: la deliberata uccisione di civili avvenuta il 14 maggio 2018 nella Striscia di Gaza non può restare impunita.

Amnesty International l’ha definita “un’aberrante violazione del diritto internazionale e dei diritti umani”.
La conta di morti e feriti, impossibile da aggiornare in tempo reale, parla già di 55 vittime, tra cui 5 bambini e 1
bambina, e oltre 2700 feriti, molti dei quali dovranno convivere con disabilità croniche vista l’impossibilità di
ricevere adeguata assistenza medica a causa del collasso del sistema sanitario della Striscia di Gaza, soffocata
dall’assedio che Israele ha imposto da oltre 10 anni. Non c’è acqua potabile, mancano sangue, medicine ed
elettricità.
La furia dei droni e dei proiettili israeliani ha colpito deliberatamente anche i giornalisti (inclusa la troupe di Al
Jazeera), ferendone almeno 11.
Queste inaccettabili violazioni del diritto alla vita, alla salute, alla libertà di espressione e di manifestazione devono essere immediatamente fermate. Le proteste degli abitanti della Striscia di Gaza si inquadrano in un contesto di crisi umanitaria gravissima e di continui abusi e violazioni commesse da Israele a danno di una popolazione civile che vive in una prigione a cielo aperto. Non si possono derubricare gli eventi di queste settimane a disordini fomentati da qualche facinoroso.
Le violazioni di Israele continuano a rimanere impunite. La lista di feroci campagne militari, come Margine Protettivo, che hanno causato migliaia di morti e distruzione, non sembra conoscere tregua. Al contrario, Israele continua ad essere premiato dalla comunità internazionale con rapporti diplomatici solidi e supporto
incondizionato. Continuare a giustificare il comportamento violento, aggressivo e provocatorio di Israele non fa
altro che indebolire i cardini del diritto internazionale e allo stesso tempo, in maniera perversa, legittimare gli
estremismi, con grave danno per i diritti della popolazione occupata e per la sicurezza delle città europee.
Chiediamo con forza l’intervento tempestivo del Governo Italiano affinché:
1. Condanni pubblicamente l’uso sproporzionato della forza e chieda l’immediata cessazione dell’assedio
della Striscia di Gaza, che da oltre dieci anni colpisce circa due milioni di persone costringendole a
condizioni di vita insostenibili e a subire punizioni collettive.
2. Si faccia immediatamente promotore di un canale umanitario che consenta il trasferimento sia a livello
locale che internazionale della popolazione della Striscia di Gaza che necessita di cure mediche, sia a
causa dei recenti attacchi che per altre malattie non curabili nella Striscia.
3. Proponga in sede di Unione Europea il ritiro degli Ambasciatori degli Stati membri come gesto di
condanna dell’uso illegale della forza e delle continue violazioni del diritto internazionale. Inoltre, che i
Paesi dell’Unione, quali Austria, Romania e Repubblica Ceca, che hanno adottato una posizione sullo
status di Gerusalemme discordante dalla posizione ufficiale dell’UE, siano chiamati a fornire chiarimenti
su tale condotta di fronte al Parlamento Europeo.
4. Ribadisca che nei negoziati futuri con i Paesi orientati all’adesione all’UE, come Macedonia, Serbia,
Montenegro e Albania, venga tenuta in debita considerazione la loro posizione non-allineata alla
posizione dell’Unione Europea circa lo status della città di Gerusalemme.
5. Si faccia promotore dell’immediata sospensione dell’Accordo di Associazione tra Israele e Unione
Europea nel quadro della Politica Europea di Vicinato condizionata alla cessazione dell’uso della forza e
dell’assedio della Striscia di Gaza.
6. Richieda che il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite predisponga l’urgente invio di una factfinding
mission al fine di assicurare la raccolta di prove circa la commissione di crimini internazionali da
trasmettere alla Corte Penale Internazionale per porre fine al clima di impunità finora prevalente.

Ufficio stampa

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