Agorà degli Abitanti della Terra: per il Diritto alla “Jarras” di acqua
Il 2016 ha visto sorgere nel novero della legislazione della Città di Rosario, Argentina, il diritto alla caraffa d’acqua, il cui contenuto normativo consente alla cittadinanza di Rosario di fruire dell’acqua potabile, in modo libero e gratuito negli esercizi commerciali così come negli spazi pubblici e ricreativi.
Nonostante siano passati tre anni dal riconoscimento e dalla piena vigenza del “Derecho de Jarras de Agua”, tale diritto continua a trovare diverse resistenze nella sua concreta applicazione ed effettività tanto da minarlo nelle sue fondamenta applicative.
Partendo da tale assunto, il 18 di Marzo 2019 in prossimità della Giornata Mondiale dell’Acqua, la “Catedra de Agua” della facoltà di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali(UNR), il Centro Studi Interdisciplinari dell’acqua(CEIA-UNR) e la Commissione sul diritto all’acqua del Collegio degli avvocati di Rosario, hanno organizzato la prima conferenza sul diritto alla caraffa d’acqua che si è tenuta presso la sede centrale dell’Università Nazionale di Rosario alla quale hanno partecipato e dibattuto, tra gli altri, autorità accademiche, rappresentanti dei comuni e governi locali, titolari di esercizi gastronomici e giornalisti.
L’iniziativa promossa nell’ambito dell’Agorà degli Abitanti della Terra per l’Audacia di una Nuova Umanità ha visto la discussione svilupparsi intorno alle seguenti domande: L’acqua è una merce? La sua scarsità è naturale? Quali sono le percezioni della cittadinanza? Come estendere il diritto dalla caraffa d’acqua a tutti gli Abitanti della Terra? Cosa implica la necessaria costruzione, estensione e replica su larga scala di tale diritto?
Posto che in senso positivo, città come Bariloche, Buenos Aires, Santa Fe, Comodoro Ridavavia, Esquel, Cepeda, San Paolo, Belo Horizonte, Santiago del Cile, Concepciòn, Osorno, Coyahique, stanno aderendo e cercando di replicare tale diritto, nuovi scenari di convivenza sono necessari.
La conferenza ha posto in tutta evidenza che il discorso dominante della nostra civiltà è guidato dalla concezione mercantilista anche riguardo le più basilari esigenze dell’umanità. La narrazione del mondo globale è violenta dal momento in cui funge da grimaldello ideologico alla restrizione dei diritti alla salute, all’integrità personale, all’alimentazione, al lavoro, alle identità culturali attentando al nostro buon vivere. In tal senso, la penuria idrica e la mancanza d’accesso all’acqua potabile è violenza, perpetrata dai mercati, dove a farne le spese sono maggiormente i soggetti più vulnerabili della società come minori e donne. Occorre pertanto smontare tale novella distruttrice, urge cioè liberarci dalla violenza, sradicarla ove si presenta.
Il cammino verso una società giusta passa dunque anche attraverso l’implementazione del “Derecho de Jarras de Agua” concepito e realizzato come strumento eco-urbano in una visione ambientalista e inclusiva. L’inclusione di tale diritto nelle agende politiche pubbliche, come segnalato dai rappresentanti delle varie municipalità presenti, le adesioni degli esercenti della ristorazione e il coinvolgimento proattivo dell’Ente Regolatore dei Servizi Sanitari (ENRESS), fanno ben sperare circa la diffusione della campagna e l’implementazione di nuove alleanze tra nuovi attori e gruppi di interesse verso l’obiettivo comune della risoluzione dei conflitti provocati dalla violenza della società dominata dai mercati.