venerdì, Novembre 22, 2024
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Gli enti del servizio civile incontrano Spadafora. Il nodo risorse

di Francesco Spagnolo (Fonte: Redattore Sociale)

Il tema al centro del confronto. L’impegno del ministro: “Continuerò a battermi per ottenere maggiori fondi per aumentare i posti a disposizione”.  Borrelli (Fnsc): “Gli enti hanno investito tutto ciò che potevano, ora tocca al Governo mantenere gli impegni”.

ROMA – “Continuerò a battermi per ottenere maggiori fondi per aumentare i posti a disposizione” del Servizio Civile Universale. È quanto ha dichiarato il Ministro con delega, on. Vincenzo Spadafora, dopo l’incontro avuto il 23 settembre scorso con la Cnesc (Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile), il Forum nazionale del servizio civile (Fnsc) e la Rappresentanza nazionale degli operatori volontari.

Ma “con i 90 milioni attualmente stanziati nel previsionale per il 2021 partiranno poco più di 16.000 volontari, con un rischio altissimo di collasso dell’intero sistema”, ha ricordato su Facebook il Presidente del Fnsc, Enrico Maria Borrelli. “Il ministro Spadafora – prosegue – ha confermato che qualora non si riuscissero ad individuare ulteriori risorse per il servizio civile all’interno del Recovery Fund sarà impossibile soddisfare il fabbisogno residuo di 140 milioni per il 2021, che consentirebbe di confermare quantomeno il contingente dei 40.000 volontari previsti per il 2020. Sebbene apprezzabile, la franchezza del Ministro ha tuttavia spiazzato enti e volontari”.

Inoltre per il 2020, nonostante i vari annunci, “non sono disponibili ulteriori risorse per il bando volontari che sarà pubblicato entro l’anno”, hanno dichiarato congiuntamente enti e rappresentanti dei volontari. Il ministro ha infatti sottolineato come “nella ricerca di risorse aggiuntive nelle numerose occasioni di finanziamento straordinario come il Decreto Rilancio e Agosto, non vi fosse il sostegno di alcuna forza politica parlamentare, non essendo stati d’altronde approvati i numerosi emendamenti presentati al DL Rilancio”.

Per Borrelli dunque “occorrerà una mobilitazione ampia, interna ed esterna al Parlamento, trasversale a tutte le forze politiche e auspicabilmente sostenuta dall’opinione pubblica, per cambiare un dato finanziario, perché di un dato si tratta e non già di una generica preoccupazione, che ad oggi sembra mettere seriamente a rischio non soltanto migliaia di progetti e di servizi ai cittadini. A rischio saranno soprattutto le opportunità di impegno sociale, per altro retribuito, di decine di migliaia di giovani che vedono nel servizio civile un’opportunità di crescita e di inserimento lavorativo, nonché un sistema solido, economicamente autosufficiente giacché non percepisce contributi dallo Stato, fatto di competenze e di 25.000 persone impiegate a tempo pieno che finiranno per infoltire pesantemente le liste della disoccupazione. Come se il Paese ne avesse bisogno”.

Il Ministro Spadafora ha sottolineato anche di credere “fortemente nel ruolo dei giovani volontari, soprattutto in questo difficilissimo momento storico. Durante il lockdown hanno dimostrato il loro valore e la loro generosità”. Una considerazione condivisa dalla Conferenza Episcopale Italiana che nel comunicato finale del suo Consiglio Permanente, svoltosi a Roma dal 21 al 23 settembre, ha sottolineato l’apprezzamento dei Vescovi “per la vivacità delle opere realizzate grazie alla disponibilità di decine di migliaia di volontari e operatori, fra cui anche molti giovani, a partire da quelli impegnati nel Servizio Civile Universale” durante i mesi dell’emergenza COVID-19.

Per Borrelli però il problema rimane serio “e non possiamo esimerci dal rimettere, sin da oggi, la responsabilità principale al Governo e alla maggioranza di cui dispone in Parlamento. Gli enti hanno investito tutto ciò che potevano, ora tocca al Governo mantenere i suoi impegni e rendere il servizio civile, finalmente, universale”.

All’incontro, cui hanno partecipato anche il Capo Dipartimento, Flavio Siniscalchi, e il Capo Ufficio Servizio Civile, Titti Postiglione, si è parlato inoltre delle due Relazioni annuali al Parlamento (2018 e 2019) ancora da trasmettere, del riavvio dei progetti all’estero dopo la sospensione a causa della pandemia, delle procedure e tempistiche relative ai prossimi bandi di selezione dei volontari e delle modifiche normative al Dlgs 40/2017, da inserirsi nella prossima Legge di Bilancio.

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