Riaccendiamo i riflettori sull’Africa. È uscito il n. 5/2020 della rivista Solidarietà Internazionale
In questo numero: la Copertina “Riaccendiamo i riflettori sull’Africa” con articoli di Guido Barbera, Jean Léonard Touadi, Cleophas Adrien Dioma, Fatoumata Kane Ki-Zerbo, Mubengwa Mukokya Morgan, John Mpaliza, Ursule Vitali, Cornelia Isabelle Toelgyes ed Eugenio Melandri. Editoriale: Un elefante da spostare. Intervista a Otilia Lux de Cotì. L’attivista dei diritti indigeni. Reportage dalle Filippine: Marawi, la città fantasma. Articoli di Rosario Lembo, Eleonora Pochi, Francesco Martone, Erberto Zani… e tanti altri!
E per ripartire insieme, confermiamo di riproporre, di volta in volta, un editoriale scritto dal nostro Direttore Eugenio Melandri negli ultimi vent’anni, convinti non solo della loro attualità, ma soprattutto degli stimoli che ci offrono per questo cammino. Chi lo desidera può richiedere una copia pdf di questo numero della rivista scrivendo a cipsi@cipsi.it al costo di 3 euro.
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In questo numero.
Editoriale. Un elefante da spostare, di Guido Barbera. 5 ottobre 1985. Eravamo quattro amici attorno a un tavolo a Milano. Nasceva il Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale – CIPSI. Trentacinque anni di cammino spesso faticoso, ma sempre convinti che, quando si sogna insieme, è l’inizio di una nuova realtà. Trentacinque anni immersi nel cammino della cooperazione italiana, dalle sfide del Fondo Aiuti Italiano, attraverso il riconoscimento del ruolo della società civile nella cooperazione attraverso le Ong nel 1987, fino alle molteplici difficoltà degli ultimi anni, con le accuse di essere taxisti del mare e le varie campagne diffamatorie contro le Ong e la solidarietà, il buonismo, i muri e la crescente cultura del “prima gli italiani, prima noi”. Mai come oggi, guardando al cammino fatto in questi trentacinque anni, siamo convinti non solo delle nostre scelte, ma ancor più delle necessità di fare di più e di fare meglio! Abbiamo creduto, difeso, promosso i diritti umani, i beni comuni, la solidarietà, la pace e la convivenza… per ritrovarci in una società di muri, tensioni sociali, conflitti, ingiustizie, divisioni non solo tra abitanti della terra, ma anche con la terra stessa e l’intero creato. Oggi non vogliamo festeggiare i trentacinque anni compiuti. Oggi vogliamo firmare un patto di solidarietà e di cittadinanza con i giovani, le donne, gli uomini che credono ancora in un mondo dove tutti possiamo vivere insieme e per questo si impegnano a diventare dei costruttori di una nuova umanità.
Copertina: Riaccendiamo i riflettori sull’Africa, a cura di Guido Barbera. Un continente giovane e rivolto al futuro. L’altra faccia dell’Africa, il continente più ricco del pianeta. Mentre il capitalismo globalizzato sta saccheggiando e devastando l’ecosistema mondiale, l’Africa potrebbe apportare una visione più armoniosa del rapporto tra gli esseri umani e la natura. L’Africa non è il continente della fame, della miseria, dei conflitti o degli immigrati. Le masse africane sono costrette ad inventare la loro sopravvivenza fuori dall’ufficialità. Con questa Copertina analizziamo “le afriche” a partire dall’Africa con uno sguardo postcoloniale, dando la parola ai diretti protagonisti africani.
All’inizio degli anni ’90, dopo la caduta del muro di Berlino, un gruppo di missionari saveriani con alcuni laici legati allo Zaire si rivolsero a giornalisti, politici e associazioni tramite un appello “per l’affermazione dei valori della democrazia in Zaire.” Successivamente, si organizzarono in un Comitato per l’affermazione della democrazia in Africa e, nel 1994, il comitato si trasformò in Gruppo di lavoro per l’Africa, con lo scopo di sensibilizzare e informare sulle guerre civili in Africa, in appoggio ai gruppi africani di base impegnati nel cambiamento.
- Salvare il mondo, ritornare all’Africa di Jean Léonard Touadi
- Musica, società civile e impegno politico di Cleophas Adrien Dioma
- Il potere sociale delle donne africane di Fatoumata Kane Ki-Zerbo
- L’immagine dell’Africa sui media di Mubengwa Mukokya Morgan
- Le ricchezze dell’Africa: un capitale trascurato di John Mpaliza
- L’attivismo dei movimenti di Ursule Vitali
- Le guerre in Africa di Cornelia Isabelle Toelgyes
Le rubriche di “Solidarietà Internazionale”.
Punti di vista
Aiuti di Stato per la fabbrica delle bombe?, di G. Beretta. È inutile continuare a girarci attorno: l’azienda RWM Italia, tristemente nota per fornire le micidiali bombe aeree della serie MK 80 all’Arabia Saudita, che le utilizza per bombardare lo Yemen, serve molto poco alle esigenze della nostra difesa dei Paesi europei. È invece utilissima alla multinazionale tedesca degli armamenti Rheinmetall AG, che ne detiene l’intero controllo azionario, per le sue strategie aziendali internazionali.
Per un servizio sanitario pubblico europeo, di R. Musacchio. Il Covid ci dice quanto sia necessario avere un servizio sanitario pubblico europeo. Una pandemia come quella che stiamo vivendo richiede una risposta condivisa. Purtroppo, però, l’Unione Europea si è costruita su Maastricht e cioè su mercato, settore privato e impresa. L’esatto contrario di quello che era il modello sociale europeo che si basava su lavoro, settore pubblico e welfare. Alla prova dei fatti è il vecchio modello sociale che sta reggendo l’urto del Covid, mentre Maastricht si è confermata un danno.
Una nuova guerra dei cento anni contro la Palestina, di L. Morgantini. L’accordo tra Israele, Stati Uniti ed Emirati arabi Uniti (EAU), secondo Rashid Khalidi, cattedra Edward Said negli Usa, è un nuovo capitolo della guerra dei cento anni contro la Palestina. È stato definito accordo di pace, ma non ci sono mai state guerre né occupazioni di territori tra Israele e EAU. In realtà con questo accordo non ci sarà pace per i palestinesi né tantomeno giustizia.
2020: le donne africane, di G. Codrignani. Se Karen Blixen tornasse ai “suoi” amati altopiani, troverebbe gli stessi tramonti infuocati, ma anche un centro commerciale nel villaggio vicino. E, se in città accendesse la televisione, vedrebbe la Maria De Filippi nera. Forse non gradirebbe scoprire che il modello occidentale è prevalso e ha cancellato quel qualcosa di magico, che emoziona ormai più i lettori che i visitatori.
Servizio civile universale: mancano le risorse, di Rossano Salvatore. In occasione del discorso per la Festa della Repubblica, il Presidente Mattarella ha definito quella che stiamo vivendo come una fase di “difficoltà mai sperimentate nella storia della Repubblica…”, in cui sarà necessario che tutte “le istituzioni siano all’altezza del dolore degli italiani”. Da questo punto di vista, qual è il nuovo ruolo che può giocare l’istituto repubblicano del Servizio Civile (SC)?
Giro di Radar.
Amatrice: il grande ghetto, di Eleonora Pochi. Fatevi un giro: c’erano schiere di psicologi, educatori, valanghe di attività per bambini, il target più gettonato. Tutto nel giro di un anno è svanito. Anche le associazioni. Non essendo più sotto la perenne attenzione delle telecamere, Amatrice è stata abbandonata a sé stessa.
Marawi, la città fantasma, fotoreportage di Erberto Zani. Nelle Filippine nel 2017 un conflitto armato durato cinque mesi, tra miliziani dell’ISIL e le forze governative filippine, ha completamente devastato la città di Marawi, lasciando ancora oggi 100.000 sfollati ad un futuro incerto.
I diritti negati dei difensori dell’ambiente, di Francesco Martone. Il 40% dei difensori e difensore dell’ambiente uccisi lo scorso anno appartengono a comunità indigene. Difendere gli ecosistemi per consegnare alle prossime generazioni un pianeta vivibile. Curare le ferite arrecate dal modello di sviluppo energivoro ed estrattivista, che mercifica la natura e i beni comuni. Una sfida che comporta spesso, per chi ci si dedica, persecuzione, minacce, persino la morte.
Acqua: un diritto incompiuto, di Rosario Lembo. L’acqua è stata la principale alleata dell’umanità nella lotta alla prevenzione dal Covid-19. Per garantire la sicurezza sanitaria, contribuendo a ridurre i contagi. Eppure, a distanza di dieci anni dalla risoluzione dell’Assemblea ONU che riconosceva il diritto all’acqua come un diritto umano universale, siamo ancora indietro..
Gli equilibrismi di Vanuatu, di Niccolò Rinaldi. Uno sviluppo lento, fedele al ritmo di una vita insulare, alle sue liturgie sociali. Vanuatu è anche inserita nella lista delle destinazioni turistiche, paradiso per subacquei. Ha creato un’asse forte con la Cina. Stabilità sociale ma con contraddizioni.
I più vulnerabili durante la pandemia, di Giulia Segna. Il peso della crisi economica determinata dall’impatto dell’emergenza sanitaria. Quarantena forzata e violenza domestica. “Restate a casa”. Ma chi una casa non ce l’ha? Scuola digitale: il 12,3% degli studenti non possiede un pc o un tablet.
Dal Togo all’Italia, nel nome della lingua di Dante, di Giulia Cerqueti. Grazie al centro di formazione “Italiano per tutti” fondato da Giuliana Piazza nel 2003, tantissimi giovani togolesi hanno potuto imparare l’italiano. Per ottenere il visto di ingresso per studiare e laurearsi nelle università del nostro Paese. Questi ragazzi, una volta laureati e formati, possono mettere a frutto nelle loro comunità le competenze acquisite.
Diritto alle cure, di Valeria Appolloni. Grazie al sostegno della Chiesa Valdese, il CIPSI e l’organizzazione locale ADK, stanno costruendo un padiglione del centro ospedaliero di Bukasa.
A TU PER TU
Otilia Lux de Cotì: L’attivista dei diritti indigeni., a cura di Maddalena Pezzotti. Otilia Lux de Cotì è una donna, politica del Guatemala, di origine maya. È stata membro del Forum permanente delle Nazioni Unite sulle questioni indigene, ha fatto parte del Comitato Esecutivo dell’UNESCO dal 2004 al 2007, ed è stata per un periodo ministro della cultura e dello sport durante il mandato del presidente Alfonso Por-tillo. Essere donna ed indigena, in un paese come il Guatemala, con gran-di difficoltà sociali e politiche, è una grande sfida. Nonostante questo, si è sempre prodigata per il bene collettivo di tutta la popolazione e continua la sua lotta per la difesa dei diritti degli indios. Lo sguardo acuto di Otilia Lux de Cotì, politica e attivista maya-quiché, si staglia dalla parete verde cinabro della sala da pranzo della sua casa di Città del Guatemala, su cui campeggiano la vergine di Guadalupe e un trionfo di angeli. Nel mezzo dell’anno internazionale delle lingue indigene, ragioniamo a lungo di politica, nazioni autoctone e giustizia sociale in un paese in cui, in base ai dati dell’Onu, il 60 per cento della popolazione vive in povertà, percentuale che arriva al 76 nelle zone rurali e oltre il 79 nelle comunità indigene, dove il 61 per cento dei minori soffre di malnutrizione.
Dall’utopia alla vita quotidiana. LE RIFLESSIONI DI EUGENIO. Continuiamo con la rubrica dedicata ad Eugenio Melandri. Sono articoli di particolare attualità scritti da Eugenio durante gli oltre vent’anni in cui è stato direttore editoriale di Solidarietà internazionale. Rileggere questi messaggi ci invita a calarli nella realtà, prendere posizione, agire per costruire una società diversa. Questa volta è un editoriale del n.11-12 del 2010 dal titolo “Le donne di Bukavu: non c’è pace senza giustizia”.
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