Servizio Civile: il Coordinamento d’Azione dei Corpi Civili di Pace su sblocco partenze estero
Il Coordinamento d’Azione dei Corpi Civili di Pace esprime preoccupazione per la decisione del
Dipartimento delle Politiche Giovanili e del Servizio Civile di Pace di sospendere le partenze degli
operatori di Servizio Civile Universale all’estero e si schiera al fianco degli enti promotori dei
progetti SCU e CCP che da anni operano a supporto e promozione di una cooperazione sociale
rivolta alle popolazioni più vulnerabili anche all’estero.
Vista la “Circolare recante indicazioni agli enti di servizio civile in relazione all’impiego degli
operatori volontari in Paesi esteri a rischio” del 23 settembre 2021, esprimiamo preoccupazione
sulle possibili ripercussioni che i citati “principi di precauzione e cautela”, non dettagliati, possano
motivare scelte di blocco simili anche per la prossima progettazione CCP.
A distanza di 8 anni dall’istituzione dei Corpi Civili di Pace, che prevedeva la sperimentazione di un
contingente di 500 giovani in 3 anni (2014-2015-2016) per cui furono stanziati 9 milioni di euro, si
attende ancora un terzo avviso deposito progetti che permetta – fino ad esaurimento risorse – di
portare a compimento la sperimentazione nel rispetto degli obiettivi e delle finalità previsti dalla
norma che li istituisce.
Si continua a deviare dalle intenzioni originali del progetto normativo, che immagina un
contingente di giovani costruttori di pace in grado di operare al fianco delle popolazioni in
difficoltà.
Si continua a ignorare la richiesta degli enti di offrire loro una tempistica certa al fine di dare
continuità ai progetti, nel rispetto dei rapporti presi con i rappresentanti istituzionali, gli enti locali,
le donne, gli uomini ed i bambini destinatari delle attività.
Si continuano a disattendere le aspettative di chi – giovani ed organizzazioni – ha deciso di investire
nei Corpi Civile di Pace affinché altri giovani italiani possano fare questa esperienza.
In attesa dell’emanazione dell’avviso deposito Progetti CCP annunciato in Consulta Nazionale per
l’inizio dell’estate e con scadenza fine settembre, caduto nel dimenticatoio, e di una prossima
riunione del Comitato CCP, che da regolamento si sarebbe dovuto riunire almeno 5 volte l’anno ed
è stato convocato l’ultima volta nel maggio 2020, concludiamo con una riflessione: che senso ha la
presenza degli operatori SCU e CCP nei contesti difficili se poi nei momenti di difficoltà la
solidarietà internazionale lascia il campo alla solitudine dei propri confini o, ancora peggio, si
traduce solamente come quella che si esporta con le armi e con gli affari?
Non vogliamo con questo sminuire la questione “sicurezza”, che deve essere certamente tenuta in
considerazione, ma è opportuno mettere sul piatto della bilancia anche la questione della
“credibilità”: quella credibilità con cui ci presentiamo quando arriviamo in un paese estero di
accoglienza e con cui dobbiamo fare i conti sempre e comunque.
Si può promuovere la pace in tanti modi e con diversi strumenti: il più efficace che abbiamo
sperimentato è con la Presenza, con il Corpo, con la Condivisione dei Destini e dei Valori.
Invitiamo alla riflessione e pertanto a firmare con convinzione la petizione promossa dagli
Operatori volontari in servizio civile all’estero:
04/10/2021 – Da Azione Comune di Pace (https://www.azionecomunedipace.org/2021/10/05/comunicato-blocco-partenze-estero/)